La Ternana porta a casa il primo punto. Dopo una partita stranissima, giocata in un modo nel primo tempo e in maniera diametralmente opposta nel secondo, soprattutto dopo in cambi. E’ una Ternana che festeggia, che torna a casa con il sorriso. Ma che se vuole continuare a sorridere deve assolutamente continuare a lavorare e soprattutto capire velocemente cosa è successo nella prima frazione di gioco dove tutti in tribuna al Brianteo si stropicciavano gli occhi: troppo brutta per essere vera.
La Ternana va a pareggiare la sua partita dopo aver tremato, barcollato, imbarcato. Ma rimanendo in piedi. Sembrava uno di quei giochi dei bambini che non cadono mai. Si è aggrappata intorno a Boben, Sorensen e Iannarilli: gli altri sembravano delle canne al vento, portati in giro in mezzo al campo dai giocatori del Monza, ai quali non è sembrato vero poter avere a disposizione così tanto spazio e così tante occasioni.
Ma il calcio è crudele… e così mentre il Monza segna nell’occasione più difficile (gran tiro di Mota Carvalho, per quanto non contrastato) ne spreca almeno 6 nel primo tempo (due prima gol: Colpani che non arriva su bel pallone di Barberis e una straordinaria chiusura di Defendi su Mazzitelli; e almeno 4 dopo Gytkjaer dopo l’errore di Defendi, Mazzitelli di testa, Pedro Pereira su assist di Mota, una grande respinta di Sorensen su Gytkjaer) per poi subire il ritorno della Ternana nel secondo tempo. Quando la partita è stata nettamente più equilibrata e dove la Ternana, sfruttando la vecchia legge del calcio è riuscita a pareggiarla, anche con merito vista la forza mentale che ha avuto per risalire dal fondo in cui era caduta.
Ci ha meravigliato la Ternana nel primo tempo. In negativo, ovvio. Troppo diversa da quella che eravamo abituati a vedere. E non tanto per la difesa a 3 o per i due esterni più vicini (questa la novità portata in campo da Lucarelli) quanto per l’atteggiamento, l’indole. Alla squadra non è riuscita nessuna aggressione alta, poco possesso (sopratutto nella metà campo avversaria), centrocampo spesso scavalcato dal lancio lungo, difesa molto più vicina a Iannarilli (oltre che a 5 invece che a 4). Insomma una Ternana completamente diversa dalla solita. E’ andata in difficoltà, ha consegnato il centrocampo agli avversari, che avevano praterie davanti a loro, anche a difesa schierata. Non è riuscita a scrollarsi di dosso le incertezze, non è riuscita a far ripartire la manovra. E ha tremato. E’ stata fortunata, ammettiamolo. Se il Monza avesse fatto il secondo gol, forse ora staremmo raccontando un’altra partita.
Poi però della fortuna bisogna approfittarne. E questo la Ternana l’ha saputo fare. E’ rientrata in campo più sicura. Più corta, più compatta. E’ cambiato l’atteggiamento, è salito il baricentro. E’ aumentato il numero dei centrocampisti e poi le forze fresche messe in campo da Lucarelli, l’inerzia della gara e in ultimo la superiorità numerica sono state sfruttate nel miglior modo possibile. La Ternana questo punto se l’è andato a prendere di sofferenza e carattere. Quel primo tempo lì avrebbe messo sotto un toro. La Ternana invece si è guardata negli occhi e ha cambiato approccio.
Ora - al contrario della scorsa settimana - l’analisi della partita servirà per giudicare, con una serenità maggiore dovuta alla classifica che finalmente si è mossa, per capire cosa non ha girato nei primi 45 minuti. E che cosa è scattato nei successivi 45. Ma almeno lo si fa con il sorriso sulle labbra. Con la consapevolezza che il carattere c’è, la qualità c’è. E che serve “soltanto” l’equilibrio e una strada certa da percorrere.
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