Disattenzioni difensive sui primi due gol del Parma, poi palo e rigore sbagliato dai rossoverdi. Il rammarico finale è concentrato in questi quattro momenti chiave del match. Pochi secondi, pur se importanti, non bastano per raccontare quasi cento minuti di partita, per spiegare quale forza ha saputo sprigionare il Parma capolista nei venti minuti iniziali: quelli che hanno indirizzato e, a ben vedere, anche deciso il match. Però sono episodi insufficienti anche a spiegare che la Ternana comunque è stata in partita fino alla fine e che quel 1-3 finale la penalizza più del lecito.

Da qui quel pizzico di rammarico finale che, alla vigilia, visti i trenta punti di differenza tra le due squadre (il Parma ha un bottino doppio rispetto ai rossoverdi) era pure difficile ipotizzare. Invece la prestazione complessiva di Capuano e compagni -tolto di mezzo il risultato- può anche essere confortante in funzione di un finale di stagione che si annuncia infuocato come pochi, visto il mucchio di squadre coinvolto nella lotta per non retrocedere. Quella salvezza alla quale ambisce la Ternana che pure è distante quattro punti dalla soglia magica.

Può e deve ambire la squadra di Breda proprio in virtù delle ultime prestazioni fornite che non sono certo frutto della casualità ma di un processo di crescita riavviato dopo il mercato di gennaio che ha un po’ rivoluzionato l’undici con il quale il tecnico trevigiano aveva lavorato fin lì.

Un processo che ha posto in risalto nuove eccellenze come il Luperini protagonista nelle ultime due trasferte, l’Amatucci che studia da play importante in un centrocampo che ha ritrovato la vigoria di Pyyhtia e De Boer, la vena realizzativa di Raimondo (mannaggia quel rigoraccio!) sostenuto a corrente alternato dalla qualità assoluta di Pereiro.

Insomma è una Ternana che ha armi da sfruttare e cartucce da giocarsi fino alla fine a condizione però di migliorare alcuni aspetti che hanno inciso negativamente sulla sfida con il Parma. A cominciare dall’attenzione difensiva (di reparto e di copertura dei centrocampisti) e dalla continuità d’azione che un giocatore formidabile come Pereiro deve garantire ai tanti giovani colleghi. Lui è l’elemento di maggior classe con esperienza maturata in tornei importanti e con grandi squadre. Lui deve diventare il faro della squadra, il riferimento costante, l’elemento in grado d’indicare la strada che porta alla salvezza.

Un traguardo da conquistare con la forza del gruppo perché non c’è giocatore che, da solo, può risolvere i problemi. Però c’è un gruppo coeso e ben guidato dalla panchina che può farcela. Deve crederci e battersi per tirar fuori punti da ogni partita. A cominciare dalla trasferta di Pisa. Per niente agevole, certo. Ma  ce n’è una semplice in questa pazza serie B?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 05 marzo 2024 alle 15:00
Autore: Massimo Laureti
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