C’è stato un gesto che non è passato inosservato e, nel caso, consiglio ai distratti di andarselo a rivedere. Perché nella gara della sofferenza, della conquista indispensabile dei tre punti, c’è stato chi, per un istante, ha messo da parte la competizione per premiare l’amicizia, l’umanità di cui dovrebbe essere sempre impregnato lo sport. E’ stato quando nei minuti finali Antony Iannarilli è rimasto a terra, colpito forse da un suo stesso compagno, per qualche minuto.

Si è temuto per la sua incolumità. Poi, con uno sforzo eroico si è rialzato dando l’idea che forse il danno riportato era minimo. E chi è corso ad abbracciarlo, a rincuorarlo?

Antonio Palumbo, capitano del Modena, l’avversario che aveva cercato in tutti i modi di batterlo. Un abbraccio sincero, affettuoso tra due che avevano condiviso anni di gioie in rossoverde. In quell’abbraccio Palumbo ha tirato fuori il suo amore per Terni e la Ternana, l’affetto per un collega che era stato compagno.

In quell’abbraccio ha scansato l’adrenalina del momento, la rivalità feroce tra due squadre che stavano cercando la vittoria con le ultime stille di energia. Come a volergli sussurrare in un orecchio “Dai Antony, tirati su che ormai ce l’hai quasi fatta. Sei stato il migliore di tutti, non puoi mollare adesso”. Un gesto che va ricordato perché riporta al centro del contesto l’umanità, la leggerezza, la sacralità della competizione “sportiva” che necessariamente inseriamo tra le virgolette. E ancora Antonio non sapeva che quello sforzo compiuto al culmine di una prestazione fantastica avrebbe consegnato Antony alla storia di una stagione. Perché rimettersi tra i pali con due costole fratturate è stato da “eroe” di giornata. Giustamente premiato dal successo sportivo ma più ancora dall’affetto di un antico compagno di squadra che è stato “eroe” di umanità. E qui, fossimo in teatro, sarebbe stato giusto far scattare l’applauso più lungo e convinto. 

Sezione: Copertina / Data: Dom 07 aprile 2024 alle 18:00
Autore: Ternananews Redazione
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