Tracciare un bilancio sul campionato della Ternana dopo appena sei turni diventa azzardato, ma sicuramente alcune indicazioni emergono dall'analisi delle partite sin qui disputate, considerazioni che, però, con il passare delle settimane possono essere riviste e corrette anche per gli effetti che apporterà il lavoro dell'allenatore.

E diventa oltremodo azzardato dare un giudizio definitivo sul lavoro e sulle capacità di Benny Carbone, il tecnico chiamato da Simone Longarini a risolvere le problematiche emerse nel primo mese di attività della stagione 2016-2017.

Non c'è dubbio sul fatto che il suo fosse un lavoro alquanto complicato perchè capire all'istante quali potessero essere i lati forti e quelli deboli della squadra non era assolutamente facile per la complessità della situazione trovata e per l'incompletezza della rosa a disposizione.

E non era assolutamente facile perchè di punto in bianco si è dovuto creare uno staff tecnico condividendo con lo stesso i suoi dettami tecnici e tattici e i suoi metodi di lavoro.

E, poi, il suo modo di fare e di intendere il calcio, assolutamente diverso da quello del suo predecessore Panucci, doveva entrare nella mentalità dei giocatori ed essere assorbito dagli stessi.

Insomma, non deve essere stato facile per nessuno, ma con il passare dei giorni, delle settimane la conoscenza ha fatto il resto e le cose si sono sistemate nel migliore dei modi anche nei rapporti personali.

Sul piano tecnico-tattico, poi, la diversificazione ha portato degli scompensi tanto che la prima partita con relativa sconfitta in trasferta ha consigliato al tecnico di cambiare atteggiamento tattico contravvenendo a quelle che erano le proprie idee. E questo è un punto a favore di Carbone perchè cambiare idea, ravvedersi è da persone intelligenti.

Lui lo ha fatto, probabilmente confrontandosi con la squadra, ed ha riscosso dei vantaggi sul piano della compattezza difensiva e sui risultati che se non possono essere definiti esaltanti sono sicuramente soddisfacenti se paragonati a tutte le complicazioni registrate.

Ed era chiaro che lui, con il pochissimo tempo a disposizione tra recuperi e turni infrasettimanali, curasse dapprima l'aspetto difensivo perchè era quello che doveva dare certezze e sicurezza alla squadra. Ed il fatto che i difensori rossoverdi fossero abituati a giocare a 4, il solo Germoni è nuovo, ha facilitato il suo compito perchè i meccanismi erano già patrimonio dei giocatori.

Difficoltà minori a centrocampo anche se Carbone si è trovato subito ad affrontare due situazioni penalizzanti ovvero gli infortuni, dapprima, di Defendi e, poi, quello di Coppola, due elementi importanti, di esperienza indispensabili in un organico ed in un reparto estremamente giovane. E, poi, ha dovuto fare i conti con il ritardo di condizione di Bacinovic anche perchè il tecnico rossoverde non vede Petriccione in quel ruolo. Ha badato al sodo Carbone nell'emergenza puntando su un centrocampo pratico e solido anche se non provvisto della necessaria intraprendenza negli inserimenti.

Dove, invece, il tecnico-manager ha incontrato difficoltà, ancora non del tutto risolte, è nel reparto offensivo dove la squadra non riesce ad esser pericolosa dalla parti dell'area avversaria e dove sono mancati i tiri verso la porta. Forse qualche timido segnale di miglioramento comincia ad intravvedersi. Così almeno è sembrato a Latina, ma ancora c'è da lavorare e la settimana lunga può aiutare il tecnico calabrese.

Qualcosa, comunque, il terreno di gioco lo ha suggerito, almeno a nostro avviso, ovvero la formula migliore per le caratteristiche dei giocatori in organico è quella di giocare con due punte ed un trequartista e senza rinunciare ad un terminale che possa tenere impegnata la difesa, o almeno parte di essa. Fino ad ora, infatti, almeno due le partite, Perugia e Latina, che hanno dimostrato che se esce l'attaccante di riferimento, nella fattispecie Avenatti, la squadra avversaria si alza anche con i difensori centrali e a centrocampo la Ternana va in difficoltà e si appiattisce di brutto concedendo metri determinanti agli avversari. Questa almeno l'analisi che crediamo possa essere fatta analizzando la differenza di rendimento della squadra tra il primo ed il secondo tempo. E' vero, c'è da considerare anche la stanchezza per i turni troppo ravvicinati come sostiene il tecnico rossoverde, ma riteniamo che non si possa fare a meno di un terminale offensivo di riferimento. Che deve, però, essere affiancato da un altro attaccante magari, però, con caratteristiche diverse proprio per completarsi a vicenda. Diversi sono quelli a disposizione di Carbone, anche se manca colui che garantisce un bottino interessante, ma questa è stata una scelta come ha ribadito qualche settimana fa il tecnico rossoverde, ed anche con caratteristiche diverse per cui non resta che scegliere tenendo presente anche l'ex laziale Palombi che in quanto a capacità realizzativa non ci sembra l'ultimo arrivato. Anzi.

Siamo certi, comunque, che Carbone con la possibilità di sfruttare la settimana completa di lavoro, il prossimo turno infrasettimanale ci sarà il 25 ottobre, metterà a frutto una migliore conoscenza delle caratteristiche dei suoi attaccanti e studierà con più dovizia di particolari soluzioni offensive che permettano alla squadra di essere più efficace sotto porta e a Falletti di metter a frutto la sua immensa qualità. 

Ed allora, non resta che confidare nel lavoro del tecnico e nella crescita dei giovani attaccanti rossoverdi.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 28 settembre 2016 alle 08:38
Autore: Ivano Mari
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