C'era una volta il tifoso di una squadra di calcio.
Questo strano soggetto, di qualsivoglia estrazione sociale, occupazione e cultura, era solito popolare lo stadio per un paio d' ore ogni due settimane, dando nell' occasione libero sfogo non solo alla passione per i propri colori, ma anche allo stress accumulato per 15 giorni sul posto di lavoro, in famiglia, eccetera...
Vittima preferita delle sue frustrazioni era l' arbitro, cui venivano sempre calorosamente ricordate le discutibili abitudini sessuali della propria madre o della moglie.
In tale contesto poteva anche succedere che ci scappasse qualche diverbio con i membri della "famiglia" avversaria, tale da sfociare in qualche sano sganassone; ma poi, usciti dallo stadio, la cosa finiva li.
Fuori degli spalti, il tifoso si accontentava di rari reperti radiofonici e televisivi: "Tutto il calcio calcio minuto per minuto", la telecronaca di un tempo di una partita di calcio alle 19 e la Domenica Sportiva alle 22:30, dopo l' immancabile sceneggiato della Rai.
Poi dal lunedì al sabato c'erano solo i giornali.
Successivamente, col passare degli anni, i tifosi, specie quelli più giovani, spinti dal desiderio di aggregazione (più o meno politicizzato), oltre che - ovviamente - dall' amore per la propria squadra, cominciarono a creare i c.d. gruppi "ultras".
Contestualmente si verificarono anche delle sgradevoli deviazioni, che con il tifo calcistico poco avevano a che vedere.
Ma in genere lo spettacolo di colore e di calore offerto dagli "ultras" era (ed è tuttora) da giudicarsi in maniera più che positiva, oltre che trascinante per il resto del pubblico presente allo stadio.
Fatto importante: in quel posto lì ci si conosceva personalmente un pò tutti, specie nelle piccole realtà cittadine come Terni.
E, anche se c' era qualche screzio, tutto poi finiva a tarallucci e vino, magari davanti ad una tazzina di caffè, complice l' uguale passione per la stessa squadra di calcio. 
Con il proliferare dell' informazione sportiva a livello locale, crebbe poi l' offerta di servizi giornalistici radio-televisivi a disposizione dei tifosi; ma l' appuntamento fondamentale rimaneva sempre quello all' interno dello stadio, dove ci si riuniva e, soprattutto, ci si "UNIVA" tutti appassionatamente sotto l' egida della propria squadra del cuore, al di là delle proprie idee e convizioni.
Ma poi...
Ma poi nacquero i social.
E siamo dunque arrivati al giorno d' oggi, nel momento in cui è stata smarrita quasi completamente l' identità del tifoso, complice la maledetta tastiera del p.c., matrice diabolica di lotte intestine, di disgregazione e spaccatura tra genti della stessa progenie (squadra), di stupide lotte per la conquista di un ancor più stupida leadership, di offese infamanti e di minacce inammissibili.
Il tutto ben nascosti dietro la famosa tastiera, perverso emblema della vigliaccheria più abietta.
Ed è purtroppo il triste spettacolo al quale stiamo assistendo anche qui a Terni, dove il tragico momento (sportivamente parlando) della nostra Ternana necessiterebbe invece di una totale ed incondizionata unità d' intenti tra tutti i tifosi delle Fere.
Ma così non è.
Impera invece la legge del (presunto) più forte.
Ovvero di quello che strilla di più, che offende in maniera più becera, che minaccia in maniera più prepotente, ma che poi finisce puntualmente col nascondersi dietro al "mouse" (e mai "simbolismo" fu più azzeccato) ...
No, non è così che si fa il bene della Ternana.
Continuando a comportarsi in questo modo non sarà mai possibile acquistare il benché minimo peso specifico nei confronti della società rossoverde; e la voce e i "desiderata" dei tifosi continueranno ad essere ignorati o sottovalutati da chi comanda.
E che poi non ci si lamenti se Terni e la Ternana sono diventati terra di facile conquista (e purtroppo di distruzione) per chiunque.
È necessario perciò riappropriarci della nostra appassita identità di tifosi delle Fere, ricominciando a remare tutti dalla stessa parte, ricostituendo quel tutto unico da troppo tempo ignorato, ignorando tutti coloro che "remano contro" ben nascosti dietro una tastiera (e quanti ce ne sono...da certi gruppi feisbucchiani, fino ai forum più o meno rossoverdi...).
E questo ricostituendo possibilmente un Centro di Coordinamento composto da gente capace e carismatica, scelta democraticamente da club e gruppi seriamente organizzati e che sappia farsi ascoltare dalla Società.
Che abbia voce in capitolo!
Diversamente, non ci dovremo scandalizzare se il tifo a Terni potrà considerarsi in stato terminale, se non addirittura defunto. 
Con buona pace di chi comanda o pensa di comandare...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 maggio 2018 alle 00:00
Autore: Massimo Minciarelli
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