Sandro Pochesci : 23 partite, 22 punti.  Media punti a partita 0,95.
Gigi De Canio : 6 partite, 5 punti. Media punti a partita 0,83.
Quindi tra lo score ottenuto da Pochesci e quello di De Canio c'è una differenza di appena 0,12 punti a partita.
Con la differenza che l'ex allenatore dell' Unicusano Fondi ha avuto la possibilità di guidare la Ternana Unicusano per ben 23 partite, mentre il tecnico materano ha dovuto praticamente saltare i primi due incontri, quello col Bari e quello col Venezia, in quanto del tutto impossibilitato ad intervenire tecnicamente e tatticamente sulla squadra.
Quindi in sostanza De Canio ha ottenuto 5 punti in 4 partite "reali". Perciò 1,25 punti a partita, con proiezione finale di 52,50 punti sulle 42 di campionato = salvezza diretta!
Perché questi scarni dati statistici?
Per il semplice motivo che da più parti, anche notoriamente ben informate, si vocifera in maniera insistita di un probabile ritorno alla guida tecnica della Ternana Unicusano di Sandro Pochesci.
E questo senza tener conto dei rumors provenienti in maniera incessante qui a Terni dai "nostalgici" del tecnico laziale.
Sulla fondatezza delle notizie di questo eventuale, ennesimo "coup de théatre" sulla incandescente panca rossoverde preferisco stendere un velo pietoso, in quanto, oltre alla totale illogicità di questa eventuale decisione, ritengo che si tratti di chiacchiere più o meno "pilotate" e basta.
Credo al contrario che l'operato di De Canio sia stato fino a questo momento positivo (disastro Ascolano compreso, dove anche l'allenatore ha avuto comunque più di qualche responsabilità), visto e considerato che in breve tempo è riuscito a dare alla squadra quella veste quasi logica che in precedenza le era completamente mancata e che oltretutto si trova a lavorare con un parco giocatori per lui praticamente sconosciuto, con scelte di mercato, sia estivo che invernale, a dir poco inadeguate.
In pratica, non credo che tutta questa sarabanda di illazioni possa giovare alla tranquillità e alla concentrazione di una squadra chiamata a un'impresa assolutamente improba ed improbabile.
È chiaro che siamo di fronte a una stagione del tutto disastrosa, cominciata male, proseguita peggio e che rischia in maniera più che probabile di finire in modo completamente fallimentare.
Ma finché la matematica non emetterà un verdetto inappellabile è assolutamente necessario restare attaccati alla tenue fiammella di speranza (invero sempre più flebile) che rimane ancora accesa.
Del resto vorrei proprio sapere chi prima della partita contro la "corazzata" Frosinone era convinto che sarebbe finita con un pareggio...
Ma mi preme soprattutto sottolineare il comportamento della squadra, alla pari con l'avversario nel corso del primo tempo e in drastica difesa nella rioresa, complice anche il consueto calo di energie, ma senza aver concesso una palla gol - dicasi una palla gol - ai potentissimi ciociari, non a caso fischiatissimi a fine gara dai propri 1.700 supporters saliti a Terni.
E allora aumenta a dismisura il rimpianto per quello che si doveva fare prima e non si è fatto, concedendo troppo tempo e troppa fiducia a tecnici ed operatori di mercato sicuramente non all'altezza della categoria!
Ma, ahimè, ci sarà tempo e modo per celebrare eventuali processi.
Ora invece è opportuno concentrarsi sul delicatissimo incontro di questa sera in quel di Carpi, dove un eventuale, auspicabile vittoria dei nostri potrebbe aprire scenari ritenuti fino a pochissimo tempo fa addirittura impensabili.
Vero è che la Ternana Unicusano ha giocato le sue migliori partite contro formazioni di grido (vedi Frosinone), incappando invece in più modeste e barbine figure contro squadre meno attrezzate.
Ma è anche vero che il Carpi appare in caduta libera e quindi potrebbe lasciare aperta la strada alla prima vittoria in trasferta dei rossoverdi in questa disgraziata stagione.
Però, parliamoci chiaro: difese di ufficio in favore di Gigi De Canio a parte (peraltro non richieste), scaturite solo dalla necessità di mettere il silenziatore alle anacronistiche voci di eventuali ulteriori trapassi in panchina  (specie con soggetti che hanno la piena responsabilità, insieme al Patron, di quanto accaduto quest'anno), resta il fatto che un'ulteriore, malaugurata sconfitta in terra emiliana non farebbe altro che accorciare i tempi di una inevitabile retrocessione, peraltro  annunciata da tempo.
Mi auguro quindi che stasera la squadra vada a giocare a Carpi con lo stesso spirito battagliero, la stessa grinta e la stessa voglia espressi quantomeno nel primo tempo della partita contro il Frosinone, ricorrendo alla difesa ad oltranza solo nel caso si rendesse necessario buttare il cuore oltre l'ostacolo per portarsi a casa i tre punti.
Che non si ripetano quindi gli "scempi" marchigiani! 
Perché in tal caso anche la figura ancora autorevole del tecnico ne rimarrebbe in parte compromessa.
E questa potrebbe essere cosa non buona in vista di un auspicabile "Rinascimento" rossoverde.
Ma, per carità: che non si parli più di "Restaurazione"...

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 marzo 2018 alle 00:01
Autore: Massimo Minciarelli
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