Eccolo servito. Lo zero a zero. Pochesci nella scorsa stagione soltanto due volte aveva fatto 0-0. Una volta fuori casa contro il Matera, la seconda sempre fuori casa, contro il Francavilla di Calabro, attuale allenatore del Carpi, nel playoff. Mai in casa.

E ora, naturalmente, si vede il rovescio della medaglia.

Prima considerazione: questa squadra sa anche non prendere gol. Va detto che il Carpi ha fatto veramente poco per mettere in difficoltà la difesa rossoverde ma comunque può essere sempre un buon segnale. Anche perché, sinceramente, questa squadra l’equilibrio ultimamente lo ha avuto.

Dallo 0-2 subito contro lo Spezia questa squadra sembra maturata. 70 minuti di quella partita, la gara contro l’Ascoli, gli 80 minuti contro il Frosinone (da dimenticare assolutamente gli ultimi dieci) e l’intera partita contro il Carpi non possono essere un caso. Anzi non lo sono. Pochesci ha detto che avrebbe lavorato proprio su questo e ci è riuscito. Non da stasera soltanto, a nostro avviso. Solo che ora lo 0-0 fa rumore, perché da questa Ternana non te lo aspetti.

Non te lo aspetti perché questa squadra comunque aveva sempre segnato, tranne a Bari (dove però aveva sbagliato il calcio di rigore). Invece stasera Montalto si è fermato al palo (che sfiga!) e la Ternana non è riuscita a segnare. Ne avrebbe avuto la possibilità, ma non è riuscita. Sicuramente per meriti del Carpi (8 giocatori sistematicamente dietro la linea del pallone, linee molto strette, a volte gli esterni di centrocampo si abbassavano talmente tanto che la difesa diventava a sei!), ma anche per alcuni limiti della Ternana. Non vogliamo criticare a priori i nostri giocatori, ma dobbiamo essere onesti. E quindi arriviamo alla seconda considerazione: in rosa alla Ternana (forse Tremolada a parte) non ci sono giocatori in grado di poter risolvere una partita con una giocata individuale. Dei giocatori in rosa solo Montalto, Finotto e Tremolada avevano assaggiato la B (peraltro non sempre da protagonisti) più Albadoro che non aveva ancora segnato. I numeri non significano tutto, ma aiutano a capire. E’ vero che ci sono ampi margini di miglioramento per questi ragazzi. Ed è ancor più vero che ognuno di questi giocatori (compresi quelli non nominati come Carretta, Candellone e Tiscione) mettono in campo il 150% e quindi non si può pensare minimamente a criticarli a priori. Ma non aspettiamoci però dei numeri alla Paulinho o alla Caputo, tanto per capirci. Ovvero quei giocatori che nelle partite contro squadre bunker il gol se lo inventano. E il bunker lo fanno saltare.

La Ternana ha bisogno di giocare, e il calcio da sempre utilizza la metafora della coperta. Se la tiri da una parte (attacco) lasci scoperta l’altra (la difesa). E viceversa. Per questo l’equilibrio è importante. E la Ternana l’equilibrio lo ha trovato, anzi lo sta trovando. Ma contro squadre così arroccate come il Carpi non bastano 4/5 occasioni da gol nitide (2 Tremolada, Valjent, Albadoro e Montalto) per poter portare a casa i tre punti. Ora quindi bisognerà lavorare sulla precisione.
Ma la squadra, lasciatecelo dire, c’è. E gioca al calcio. Ha tanta volontà e margini di crescita. Ha bisogno di tranquillità, nonostante la classifica. Ha bisogno di sentirsi sicura e in qualche caso anche di essere strafottente, spavalda, come il suo allenatore. L’equilibrio insomma bisogna trovarlo dappertutto, anche (come dicevamo in settimana) fuori dal campo. E se si vogliono puntare obiettivi più “alti”, forse bisogna fare altri conti. Questa Ternana, se supportata, può raggiungere l’obiettivo (chiamiamolo minimo) della salvezza. Minimo ma indispensabile per continuare a sognare.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 30 ottobre 2017 alle 23:49
Autore: Redazione TernanaNews
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