Un punto in tre trasferte con nove gol subiti e quattro realizzati sono il bilancio deficitario che ha indotto Pochesci ad annunciare il classico “passo indietro”. Oltre ai risultati però hanno sicuramente pesato anche le prestazioni della squadra. Discreta a Salerno, sciupona a Chiavari, decisamente balbettante a Bari. Se a questi aspetti si sommano le punzecchiature (chiamiamole così) del patron Bandecchi il quadro è chiaro. Pochesci deve cominciare a fare punti lasciando per il momento i sogni nel cassetto. Sogni di un calcio che non si pratica o che ha avuto estemporanei precursori in Glerean e Bielsa con risultati che non hanno prodotto frotte di seguaci. Perché nel calcio c’è una fase difensiva che ha pari dignità, importanza e mettiamoci anche spettacolarità di quella offensiva. Le partite che finiscono 4-3 sono sicuramente divertenti ma anche un 1-0 può essere splendido. Soprattutto se giocato da squadre che in campo mostrano equilibrio, acume tattico, capacità di lettura del match. Insomma, nel calcio non c’è una sola verità. E la verità più apprezzata è quella che porta i risultati perché senza i punti in classifica i sogni scompaiono definitivamente lasciando il posto alle tensioni.

Pochesci che è uomo sicuramente intelligente ha capito che l’operazione di marketing che sta a sostegno dell’ingresso nel calcio di Unicusano ha bisogno di risultati per avere un effetto positivo. E lui che ha in mano la squadra è quello che deve lavorare per produrli. Magari convincendo il patron che non tutte le pietre che si trovano per strada risultano essere diamanti grezzi, che qualche investimento importante per costruire una squadra vincente occorre farlo. Perché il mondo del calcio è così che si comporta ed è difficile pensare che a nessuno tra quelli che lo producono (società, magnati etc.) non è mai venuto in mente di vincere spendendo niente, puntando soltanto sulla fame dei giocatori e non sulla qualità.

Detto questo, apprezzato il ripensamento non come scelta di vita ma di necessità, è giusto guardare avanti senza fasciarsi la testa perché adesso sono in arrivo tre partite casalinghe consecutive (Venezia, recupero con il Brescia e Spezia) che potranno consentire alla Ternana di ritrovare il sorriso perso nelle ultime due uscite. Non sarà semplice ma la squadra ha dimostrato di avere voglia di fare e anche di saper gestire le partite impostate al meglio (Cesena). Al tempo stesso però la società dovrà cercare di adeguare l’organico messo a disposizione del tecnico perché dopo tre mesi di calcio tra amichevoli, coppa e campionato, qualche crepa l’organico l’ha mostrata e non basta affermare con orgoglio come ha fatto Pochesci “i miei giocatori sono i migliori” per cambiare la realtà dei fatti.

Così, a ben vedere, viene da considerare utile la batosta di Bari. A patto che Pochesci, Bandecchi, Ranucci, Evangelisti e soci sappiano trarne le giuste considerazioni. Perché, come detto, la stagione è appena iniziata e di tempo per rimettere le cose a posto e centrare gli obiettivi prefissati ce n’è a sufficienza.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 settembre 2017 alle 00:00
Autore: Massimo Laureti
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