Manca praticamente da un mese la vittoria in casa rossoverde. Dal rocambolesco e spettacolare 4-2 allo Spezia (era il 14 ottobre) sono arrivati il pareggio casalingo con l'Ascoli, poi il ko di Frosinone, lo 0-0 col Carpi e l'1-1 di Cittadella. I tre punti sono la panacea di ogni male, che in questo momento è rappresentato dall'ultimo posto in classifica, sebbene in coabitazione con altre squadre e con una classifica ancora cortissima. Ma per quanto ancora?

Soprattutto, dopo il match col Novara domenica al Liberati, ci sarà la trasferta di Foggia e quindi il derby. Il primo vero crocevia della stagione, il primo banco di prova per l'entusiasmo ritrovato e il sostegno che non è mai venuto a mancare all'esordiente mister Pochesci e alla sua squadra che in fondo poi si è scoperto che così tanto scarsa non era. Questo più di qualcuno diceva in agosto e c'è anche chi ancora oggi lo sostiene, contro un'evidenza che parla di bel gioco, gol presi e subiti, tiri in porta, diversi giocatori di qualità tra cui qualche bella sorpresa. L'esito derby potrebbe rimettere in discussione il sostegno della gente o, come tutti ci auspichiamo, in caso positivo potrebbe alimentarlo e ulteriormente amplificarlo.

La Ternana può e deve migliorare, soprattutto in difesa, ma i punti in classifica rispecchiano pregi e difetti della squadra. I due punti di Cremona, il punto col Venezia, i due punti contro Ascoli o Carpi sono arrivati anche per sfortuna ed episodi, ma soprattutto per le ingenuità e gli errori difensivi e chi è causa del suo male, come si dice, non può che piangere se stesso. Tuttavia, il catastrofismo di alcuni è fuori luogo ed esagerato. La Ternana è in grado di battere il Novara e presentarsi poi a Foggia per fare la sua parita come del resto sempre successo fin qui in trasferta tranne solo che a Bari. Ma la giovane squadra di Eugenio Corini è da temere per più di un motivo. Dei 17 punti conquistati fin qui in classifica, il Novara ne ha totalizzati 11 lontano dalle mura amiche del Piola. Non è un caso e il dato è frutto dalla capacità del mister dei piemontesi di fare di necessità virtù.

A fronte dei problemi legati al reparto avanzato - che doveva essere il fiore all'occhiello della squadra vista la presenza di Maniero, Sansone e Macheda - in trasferta ha rimediato con la velocità di Da Cruz e Di Mariano, le palle inattive e gli inserimenti di Moscati mentre in casa l'assenza dei suoi uomini da area di rigore ha causato ben 4 sconfitte. Dei "fantastici tre" che in 13 giornate hanno giocato insieme solo pochi minuti con l'Avellino, il più impiegato è Macheda che è anche l'unico sicuro di giocare al Liberati. Maniero deve smaltire un attacco influenzale ma soprattutto le noie al polpaccio che lo tormentano dal 1 ottobre (data della sua ultima uscita nella trasferta di Foggia), mentre Sansone è fermo per una lesione alla coscia e certamente non sarà della sfida, al pari dell'esterno Lorenzo Dickmann convocato con l'Under 21 del ct Luigi Di Biagio per la gara di martedì prossimo tra Italia e Russia. Non sono al meglio nemmeno Casarini, Troest, Armeno e Mantovani. Corini ha sopperito grazie ai giovani del vivaio, il Novara è infatti la squadra che più di tutte in Serie B utilizza Under 21 di proprietà. Ce ne sono cinque in pianta stabile nell'undici titolare e cioè il portiere Montipò, gli attaccanti Di Mariano e Da Cruz, oltre a Chajia e il già citato Dickmann. Una scelta figlia anche della programmazione di una società che in estate ha venduto al Cagliari per 2,3 milioni di euro il centrocampista Faragò, a segno già due volte in massima serie. Una scelta doppiamente lungimirante, visto che le società che puntano sulla scoperta dei giovani, oltre al ricavo derivante dalla cessione del giocatore, ricevono dalla Lega di Serie B anche anche una parte della mutualità in base all'utilizzo degli Under 21

Sezione: Editoriale / Data: Ven 10 novembre 2017 alle 00:01
Autore: Lorenzo Pulcioni
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