Il successo di sabato ha migliorato la classifica della Ternana ed ha fatto capire che giocando con quella grinta, rabbia e voglia di ben figurare i giocatori rossoverdi possono competere, pur con i limiti strutturali evidenti, con molte squadre della cadetteria di quest'anno coinvolte nella parte destra della classifica, raramente così corta ed affollata.

Oltre a tutto ciò la partita contro la formazione di Breda ha mostrato anche che le scelte di Carbone sono state coraggiose, almeno in parte di esse, dando alla fine i frutti sperati.

Gli innesti di Aresti, Palumbo, da centrale di centrocampo ha fatto vedere quelle che sono le sue qualità, di Sernicola e Palombi sono stati dei toccasana senza trascurare ovviamente gli apporti ed i contributi degli altri giocatori scesi in campo.

La scelta più difficile è stata sicuramente quella di accantonare Di Gennaro, giovane portiere di buon avvenire alla ricerca di un miglioramento sulle uscite, ed in questo dovrà aiutarlo molto il suo preparatore, e dare spazio ad Aresti che non giocava da diversi mesi. Due portieri, due modi diversi di stare in porta e di comportarsi durante il match. Molto più partecipativo e molto più uomo guida del reparto difensivo, Aresti ha mostrato di saperci stare in quel ruolo, comandando la difesa e suggerendo ai compagni i movimenti, le marcature da assumere nelle varie situazioni di gioco. Un aiuto riteniamo fondamentale che ha dato i propri risultati nella partita contro l'Entella. Qualche errore di reparto c'è stato, ma non in quantità industriale come in altre partite. E, poi, anche nelle dichiarazioni del dopopartita ha mostrato di possedere quella carica giusta e quell'esperienza che in una squadra giovane come quella rossoverde può aiutare. E molto. “ Abbiamo una delle difese più forti del campionato! Basta che i miei compagni si convincano delle loro potenzialità, dei loro mezzi. “ Certo, aggiungiamo noi, i 21 gol subìti non avallerebbero tale affermazione ma se lo dice Aresti, pur con qualche piccola riserva, gli si può credere. Tutto questo, naturalmente senza intentare un processo a Di Gennaro che non deve perdere la bussola e deve, invece, lavorare per completarsi e per diventare una sicurezza visto che ne ha tutti i mezzi. 

Altra mossa felice del tecnico calabrese è stata quella di riprovare a giocare con Palumbo. E' un merito averlo ritrovato o un demerito non averlo fatto giocare, se non a sprazzi, in questa prima parte del campionato? 

Alla prova dei fatti il numero 28 rossoverde è stato uno dei migliori in campo e i suoi due decisivi assist per i gol di Avenatti ne sono una testimonianza certa. Non è facile la scelta in quel reparto, lo ammettiamo, perchè l'essere combattuto tra un centrocampo più muscolare con Defendi, Petriccione e Di Noia rispetto ad uno più tecnico con Palumbo in campo è plausibile.

Nel futuro molto dipenderà dallo schieramento degli avversari, dalla loro forza, ma certo non si può rinunciare a cuor leggero ad uno come Palumbo che da parte sua, però, deve mettere in difficoltà il tecnico nelle sue scelte con un comportamento esemplare. Fuori e dentro al campo.

Nel finale di partita, poi, ha azzeccato anche la scelta di mandare in campo Leonardo Sernicola, un giovane cresciuto in casa rossoverde, che si è guadagnato la stima del tecnico dell'Under 20 azzurra, e che nella parte finale del match di sabato ha dimostrato di essere all'altezza di un campionato di B. Niente di nuovo per noi in virtù di quello che avevamo visto l'anno scorso, ma per Carbone forse si. Applicazione, grinta, buone basi tecniche, bravo in marcatura sono doti precipue di Sernicola che può essere di grande utilità a partita in corso. Insomma, un'arma in più per la difesa da utilizzare senza stravolgimenti del reparto quando se ne presenta la necessità.

Non resta che parlare di Palombi e della necessità di farlo giocare nella formazione iniziale preferendolo a Surraco oppure ad uno schieramento offensivo che prevedesse, come in altre circostanze, l'impiego di tre attaccanti in avanti. A noi ha sempre fatto una buona impressione ed anche in allenamento ha sempre dimostrato di aver un gran fiuto del gol. Simone è un attaccante giovane ma di razza, che gioca spesso sul filo del fuorigioco, che appare in area all'improvviso e nella posizione in cui arriva spesso il pallone. Evidentemente, conosce bene i movimenti dell'attaccante, è scaltro e anche lui come La Gumina si integra alla perfezione con Avenatti. 

E al sottoscritto, che ne lamentava spesso la sua mancata utilizzazione perchè convinto delle capacità dell'ex laziale, hanno fatto piacere le dichiarazioni di fine partita di Carbone che testimoniano una onestà intellettuale che anche nel calcio non fa mai male. Sbagliare, ricredersi è da persone intelligenti. E Carbone lo è stato nel dichiarare di aver sbagliato nell'utilizzarlo poco e solo per spezzoni di partita quando ormai il risultato, aggiungiamo noi, era ormai compromesso. Vedi partita persa in casa con il Verona.

Ora basta, però, con gli elogi e sotto a lavorare sodo cercando di eliminare al più presto quelle problematiche ancora esistenti perchè la classifica lo esige.

Ed allora buon lavoro allo staff e ai giocatori tutti!

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 novembre 2016 alle 09:30
Autore: Ivano Mari
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