Avete presente il famoso effetto domino, quello per cui se spingi la prima tessera in capo alla fila per farla cadere, poi tutte le altre dietro cadranno ugualmente, nel giro di pochi secondi? Ecco, così potremmo definire il calciomercato, specialmente la sessione di gennaio, quando nulla può essere lasciato al caso ma anche un piccolo innesto può interagire con tutto il sistema. 

Se è vero che una farfalla solo battendo le ali può provocare un uragano dall'altra parte del mondo, ecco, in una squadra di calcio l'arrivo di un giocatore può occupare un posto che andrà liberato tramite la cessione di un altro, che a sua volta approderà in un'altra società che dovrà fargli spazio, e così via, potenzialmente all'inifinito, se non fosse che il mercato di riparazione chiude a fine gennaio. Tutto molto bello, ma in soldoni cosa vorrà dire, che la Ternana è una farfalla? Che piove in via della Bardesca? Ovviamente no. 

Quello che vogliamo dirvi, facendoci prestare citazioni al limite del filosofico, è che probabilmente hanno ragione gli addetti ai lavori quando parlano di calma, di non avere fretta nel concludere le operazioni, di essere reattivi ma mai avventati. La rosa della Ternana è ampia, va sfoltita senza essere indebolita, ma va anche rinforzata senza essere ingolfata: in Serie B, lo sappiamo, ci sono dei numeri da rispettare, dei posti dedicati agli over, alle bandiere, agli under. E poi c'è chi parte, oltre che chi arriva, e i giocatori in procinto di cambiare casacca non possono essere ceduti al primo che bussa alla porta, e spesso nemmeno al secondo, va scelta la destinazione migliore, perchè spesso chi va potrebbe tornare, ed è giusto che vada laddove può migliorarsi. E anche se chi va poi non torna, è sempre giusto scegliere anche nel rispetto delle sue caratteristiche e delle sue ambizioni. E chi arriva, chi arriva deve farlo prima con discrezione, con carattere ma quasi in punta di piedi, come quando si entra in un luogo che merita tutta la nostra attenzione e il nostro rispetto, senza calpestare, senza urlare, senza dimenarsi: sarà il tempo, poi, ad amalgamare la miscela. E chi decide, dall'alto? Non ha certamente un compito semplice colui che siede nella stanza dei bottoni, può fare e disfare della vita di tutti, ma il rischio di diventare tiranno è proprio li, dietro allo schienale della poltrona, il pericolo di fare il passo più lungo della gamba anche. 

Ecco, se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, proprio per questo capiamo che velocità nella scelta non può e non deve essere sinonimo di fretta.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 gennaio 2018 alle 00:01
Autore: Marina Ferretti
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