Non che la trasferta di Avellino potesse essere annoverata come "facile", anche perchè di facile in Serie B non c'è niente e men che meno per questa giovane, nuova e inesperta Ternana targata Unicusano. Magari però era lecito nutrire ambizioni di vittoria, che sarebbe stata la prima in trasferta in questo campionato, alla luce dei confortanti segnali emersi dal 4-3 contro la Pro Vercelli e soprattutto per le notizie che arrivavano da Avellino. La "pretattica" di Novellino ha invece partorito una formazione diversa da quella che era stata ipotizzata alla luce delle tante (presunte) defezioni che poi in realtà non ci sono state. Ma al di là delle schermaglie di parte, le 10 giornate senza vittoria cui era reduce la compagine irpina erano un dato di fatto dimostrato dai numeri e quelli non mentono mai. 

 

Invece alla resa dei conti le assenze (vere) della Ternana hanno pesato troppo. La formazione rossoverde non può fare a meno di Carretta, Montalto e Defendi, e pure dei centrali Gasparetto e Signorini (molto spesso criticati) si è sentita la mancanza. Ne è venuta fuori la peggiore partita del girone d'andata, nel momento forse più delicato e che poteva segnare la definitiva svolta della stagione. Vincere e girare a 24 punti avrebbe significato maggiore tranquillità di classifica e di conseguenza più libertà d'azione nel mercato di gennaio. Ma soprattutto avrebbe chiuso definitivamente quelle crepe esplose tra società-squadra-allenatore dopo il ko di Palermo, culminate con la visita a sorpresa del patron e il confronto serrato tra tecnico e giocatori. Giocatori che lo stesso Pochesci ha sempre elogiato in pubblico, prendendosi tutte le responsabilità dei punti sciupati in alcune partite per ingenuità e gol presi nei minuti di recupero. L'allenatore che fa scudo alla squadra, pur con tutti i suoi limiti ma anche riconoscendo i suoi pregi, è senza ombra di dubbio l'aspetto migliore di un Pochesci che sotto certi aspetti è veramente geniale come sostiene anche Evangelisti ma che sotto altri punti di vista paga inesorabile il dazio dell'inesperienza e del noviziato in un campionato difficile come la Serie B.

 

Ora la società e cioè Bandecchi e Ranucci, sotto il sole di Dubai per festeggiare Natale e Capodanno, dovranno prendere una decisione chiara e inequivocabile. Compito certamente non facile alla luce dei pregi e difetti mostrati sia da Pochesci che dalla squadra. Confermare la fiducia all'allenatore sarebbe di certo la soluzione più gradita alla piazza, presso la quale Pochesci è molto popolare (per qualcuno forse anche troppo) ma a quel punto la società sarebbe costretta a intervenire portando quei rinforzi di qualità ed esperienza necessari a migliorare la classifica. Viceversa, affidarsi a un altro allenatore come ad esempio il tecnico della Primavera Mariani, già conosciuto dalla società e anche lui alla prima esperienza in Serie B, magari disposto a prendere l'incarico con quello che gli viene messo a disposizione, sarebbe un azzardo. Se le cose andassero bene - e nel calcio non si può mai dire - Bandecchi e Ranucci ne uscirebbero trionfatori e Pochesci a pezzi. Ma se le cose non dovessero girare per il verso giusto sin dalle prime partite, a quel punto la Ternana sarebbe nella poco invidiabile condizione di dover ripetere praticamente lo stesso miracolo compiuto nella scorsa stagione da Fabio Liverani, che adesso il karma (o Dio del calcio, per dirla alla Pochesci) ricompensa della mancata conferma sulla panchina rossoverde con gli onori della cronaca nazionale per i risultati del suo Lecce, campione d'inverno del girone meridionale di Serie C.

 

A meno di colpi di scena nelle prossime ore, le nubi sul futuro della Ternana Unicusano si dipaneranno al rientro in Italia di Bandecchi e Ranucci. Non prima del 3 gennaio - secondo quanto riferisce Sky - patron e presidente si riuniranno con il direttore sportivo e insieme decideranno le scelte da prendere. La terza opzione, un allenatore di esperienza e di nome, e nuovi giocatori in arrivo idem come sopra, sarebbe quella sicuramente più dispendiosa economicamente per l'Unicusano, ma sulla carta (la riprova però spetta sempre al campo) anche la più affidabile. D'altronde come insegna l'esperienza della scorsa stagione, non bastò subito l'arrivo dei vari Ledesma, Sissoko, Pettinari, Diakite dal momento che l'era Gautieri (accolto da tutti con iniziale entusiasmo e fiducia) finì decisamente male. 

 

Fu necessario scommettere sulla carta della disperazione Liverani per raccogliere frutti. A suon di milioni (due e mezzo per la precisione) costati a Simone Longarini che tanto pagò di tasca sua i contratti a raggiungimento dell'obiettivo dei giocatori. In conclusione, non resta che augurare a tutti i tifosi rossoverdi e soprattutto alla nostra cara Ternana Unicusano una buona fine e un miglior inizio. Sperando davvero che a Capodanno il botto sia solo quello dei fuochi d'artificio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 30 dicembre 2017 alle 00:00
Autore: Lorenzo Pulcioni
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