Doveva essere di due anni, molto probabilmente non si andrà oltre ai sei mesi. Parliamo del tempo necessario a formalizzare il passaggio di quote (anzi, di azioni) della Ternana Calcio dalle mani di Edoardo Longarini a quelle dell'Università Nicolo Cusano. Dopo il primo closing (il 42,74% che era in mano all'imprenditore di Tolentino) formalizzato il 26 luglio, nei giorni scorsi è arrivato il secondo passo fondamentale con il dissequestro da parte del Tribunale di Roma delle quote che erano in custodia giudiziaria presso il commercialista Costantino Franci, ovvero il 51% in capo alla Sviluppo Editoriale che è ancora padrona di quel 57,26% che insieme alla parte già passata da Edoardo Longarini a Unicusano forma la totalità del pacchetto azionario rossoverde.

 

Sembra un rompicapo, ma spiegarlo è più difficile di quanto sia complicato nella realtà. Il dissequestro era lo scoglio più delicato, ma ora che Longarini è tornato in possesso delle quote bloccate dopo il fallimento della Edizioni Locali srl la strada per il "secondo closing" è in discesa. Il terzo step sarà in realtà quello meno complicato: riguarda il restante 49% di quote della Sviluppo Editoriale (ricordiamo che il restante 51% è quello appena diseequestrato di cui si diceva prima) che fanno capo alla Esperia Servizi Fiduciari, a sua volta in mano al 100% alla Banca Esperia Servizi Fiduciari riconducibile sempre alla famiglia Longarini. Perchè è tanto importante capire se l'orizzonte temporale dei due anni, inizialmente dichiarato dall'avvocato Proietti nel mese di giugno, possa accorciarsi e in caso di quanto? Perchè dalla chiusura definitiva del passaggio di quote dipenderanno molte delle scelte future del gruppo Unicusano sulla Ternana.

 

In primis l'eventuale intervento sul mercato di gennaio, è vero che la prossima finestra dei trasferimento è ancora molto lontana e dopo appena 5 partite di fatto giocate è praticamente impossibile intuire la caratura della squadra e il tipo di campionato che la stessa può disputare, ma è innegabile che un eventuale intervento forte della società sul mercato sia molto più probabile con la totale acquisizione del pacchetto azionario già in tasca. La stessa annunciata nuova sede, più moderna e tecnologica e funzionale, in cui la società dovrebbe sistemarsi entro novembre, è stata voluta anche - parole del presidente Ranucci - "per agevolare il lavoro del ds in vista del mercato di gennaio". E' segno che la società già pensa alla possibilità di intervenire. E qui si cade da un discorso all'altro.

 

La marcia indietro tattica di Pochesci, che in realtà è un ritorno alle origini della difesa a 4 usata contro Empoli, Salernitana e Cesena, speriamo basti per ridare alla squadra quelle certezze e quelle tranquillità necessarie per ricominciare a fare punti. Le prossime due gare casalinghe sono in questo senso già decisive, perchè rappresentano il primo crocevia fondamentale della stagione. Uscirne bene sotto il profilo del gioco e dei punti vorrebbe dire rimettersi in carreggiata. E a quel punto ogni discorso su "marce indietro di ordine tattico" finirebbero automaticamente in soffitta. In caso contrario, invece, la Ternana sarebbe già costretta alla prima affannosa rincorsa. E, suo malgrado, a volgere il pensiero già da ora al mercato di gennaio dove, nel caso, non potrebbe esserci "mercato oculato" che tenga.

 

Un mercato che a quel punto rischierebbe di essere fatto non tanto per raggiungere i playoff, quanto per centrare l'ennesima salvezza sofferta. Uno scenario fosco che però bisogna pur prendere in considerazione, sperando che al primo crocevia stagionale di una certa importanza (il doppio impegno casalingo appunto) la Ternana dimostri di poterne uscire con quelle doti fisiche, mentali e caratteriali necessarie in un campionato difficile come la Serie B.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 29 settembre 2017 alle 00:01
Autore: Lorenzo Pulcioni
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