Parliamoci chiaramente: la sconfitta fa male. Malissimo. Perché è arrivata nel peggior modo possibile senza possibilità di appello. Sbagliando tutto quello che si poteva sbagliare. Ed è una sconfitta meritata. Meritata perché certi errori in serie B li paghi a prezzo pieno. La Ternana ha regalato i primi due gol al Bari. E dopo 20 minuti eri già sotto due a zero. Non c’è niente da fare. Non ci si può appigliare a nulla.

Oppure sì. Ci si può appigliare a un primo tempo comunque giocato con un buon piglio. Non in maniera tambureggiante come al solito. Ma se regali due gol all’avversario e poi tu prendi traversa sull’uno a zero? Poteva nascere una partita diversa. Come sarebbe potuta nascere se Albadoro non avesse buttato via il gol del 2-1 che avrebbe riaperto la gara.

Magari non succedeva nulla, magari la Ternana perdeva 15-1. Ma non avrebbe mollato sul 3-0. Ecco: questa è un’altra immagine che ci portiamo dietro da questo infausto pomeriggio è l’immagine di una Ternana demotivata. Naturale che sia così, dopo lo 0-3. Ma da questa Ternana non l’avevamo mai visto perché aveva sempre lottato (con lucidità o meno) su ogni pallone.

Stavolta no. Stavolta dopo il terzo gol subito la squadra si è sfilacciata, non è più riuscita a ritrovare equilibrio in campo, non ha fatto quello a cui ci ha sempre abituato.

Ora partiranno le prime feroci critiche a Pochesci: metteteci la mano sul fuoco. Presuntuoso, inadeguato, impreparato. Bisognerebbe però essere obiettivi e dire che se non ci fossero stati quei clamorosi errori individuali la partita sarebbe stata diversa. Se la Ternana fosse stata un pizzico più fortunata ci sarebbe stata probabilmente un’altra interpretazione della gara. O più brava: perché di fortuna si può parlare (forse) per la traversa. Non certo per il rigore: occasione buttata al vento.

Pochesci ha saputo correggersi in corsa (forse a frittata fatta). Di sicuro non è esente da responsabilità e siamo sicuri che se le prenderà: se non in pubblico in privato. Il 3331 (o 3511 offensivo) ancora non è sostenibile dalla squadra perché i suoi interpreti non sono pronti. Questa squadra riesce a esprimersi meglio con i 4 dietro e con le sue varianti in avanti. Almeno questo abbiamo capito dalle prime partite della stagione. Ha bisogno dei suoi migliori interpreti. Ha bisogno che non si sbagli in maniera così grossolana: altrimenti si butta via tutto.
La Ternana non è il Real Madrid, questo è evidente. Non può andare alla vittoria con una giocata individuale di uno dei suoi giocatori, non ha questo talento. Se la gioca con tutti, sempre sul filo dell’equilibrio. Ma non può “disequilibrare” la partita (già partendo molto offensiva) se arrivano errori grossolani come quelli di Valjent. Così è come un harakiri. 
Sarò una settimana in cui si dovrà capire come porre un freno a questo tipo di situazioni per rimettersi in carreggiata e continuare ad essere sfrontati. Perché – proprio per le caratteristiche di questo gruppo – c’è bisogno di attaccare. Di sentirsi forti e spavaldi. Questa squadra non è nata per difendersi, e lo sappiamo. Non ci si può snaturare. Bisogna seguire la propria indole: apponendo dei correttivi. Sarà questa la vera sfida di Pochesci

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 settembre 2017 alle 17:06
Autore: Redazione TernanaNews
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