Le immagini della calorosissima accoglienza a Tesser ad Avellino trasudano entusiasmo, speranza e voglia di sognare: l'affetto della gente ha già investito un professionista preceduto dalla sua fama di persona a modo, elegante e con stile, ma soprattutto vincente in quel che fa. Agli occhi del tifoso rossoverde, le foto del benvenuto biancoverde all'ormai ex allenatore della Ternana non possono non suscitare della genuina invidia.

Una scelta, quella di Attilio Tesser, frutto di programmazione e serietà: quel poco che basta, oltre a un'ordinaria amministrazione delle relazioni con la città, per accendere la passione di piazze calde come Avellino e Terni. Il minimo e l'essenziale, esattamente quello che manca in casa nostra.

E allora, i sentimenti che emergono nel guardare uno dei pochi punti di riferimento dell'ambiente rossoverde, in questo periodo difficile, veleggiare verso lidi migliori non possono che consistere in un misto di gelosia e... rabbia. Perché la passione a Terni, quella straripante che ha fatto la storia e il nome della tifoseria rossoverde e che è la stessa messa in mostra, poche ore fa, dai tifosi dell'Avellino, è stata - e continua ad essere - strozzata dalla morsa di una gestione che sembra disinteressata delle sorti della propria squadra e dei rapporti con la gente.

Mentre in via Aleardi tutto tace e la calma piatta continua a farla da padrone, il confronto con il momento avellinese, caratterizzato da una gioiosa fiducia nel futuro della propria squadra, è ossimorico come non mai, ma non stupisce: qui mancano i presupposti per la normalità e a farne le spese è chi ama il rossoverde. Tesser meritava qualcosa di meglio, così come lo merita Terni. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 giugno 2015 alle 00:00
Autore: Federico Trastulli / Twitter: @f_trast
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