Noi siamo d'accordo con Paolo Tagliavento che, durante l'incontro in sede di mercoledì scorso, ha chiesto di pensare prima di tutto alla salvezza della Ternana e di concentrarsi tutti su quell'obiettivo, senza focalizzare l'attenzione esclusivamente sulla messa in vendita della società e sui possibili acquirenti. Siamo d'accordo, dicevamo, nonostante tutti i dubbi e le perplessità per la mancanza di certezze e di informazioni su tutto quello che potrebbe accadere nel peggiore dei casi possibili, però vorremmo che se davvero deve essere la salvezza il pensiero principe dei ternani si smettesse di dire e non dire, soprattutto quando questo lasciar intendere non fa altro che confondere. 

Andiamo con ordine. Prima dell'annuncio della messa in vendita della Ternana Calcio, Stefano Bandecchi aveva più volte ribadito la sua intenzione di acquistare lo stadio Libero Liberati, con tutte le aree annesse e connesse, per potervi costruire un impianto più moderno, dotato anche di locali commerciali, un punto su cui l'amministrazione comunale non sembrava del tutto convinta. Lo stesso Bandecchi era arrivato a dire che, se per l'eventuale palazzetto dello sport, che a Terni non sarebbe servito a nulla (a suo dire) era prevista la presenza di locali commerciali, non avrebbe visto il motivo per cui per lo stadio di proprietà questa possibilità non dovesse essere concessa. Sarebbe stato anche questo il motivo del discutere due mercoledì or sono in Comune, quando il presidente (uscente ora) della Ternana ha incontrato per la prima volta il sindaco di Terni: cercare di capire come venirsi incontro per la cessione del Liberati nel miglior modo possibile per entrambe le parti. Sguardi sorridenti, strette di mano e poi la sconfitta contro l'Imolese e la decisione di smettere col calcio, il tutto reso più confuso da un post pubblicato da Enrico Melasecche sui social. Interpellato circa lo stato di accatastamento dello stadio, l'assessore ha risposto in maniera piuttosto critica circa l'operato della Ternana: "Premesso che il Comune ha pagato fin troppo e più volte negli anni per lo stesso accatastamento dei propri immobili (qui dovrebbe indagare chi di dovere), l’ultima volta quando sono stati pagati dal precedente sindaco circa 500,000 € ad USI, Umbria Servizi Innovativi, la notizia riportata è destituita di ogni fondamento. 
Nessun ostacolo alla eventuale vendita per ragioni catastali che un buon tecnico risolve in pochissimo tempo. Il problema è ben diverso. Se si pretende di comprare un’area importante ed estesa, con uno stadio sopra per un piatto di lenticchie, procedure di legge a parte, penso che anche i più sprovveduti si facciano una grossa, grassa risata. #lanelloalnasononceloabbiamo #pagaremonetavederecammello". Inoltre, quando i tifosi hanno sollevato la questione di vendere lo stadio ad una società che non ha mantenuto gli obiettivi prefissatisi, rischiando addirittura la doppia retrocessione, Melasecche ha risposto: "Esattamente quello che ho scritto a Ranucci in un messaggio whatsapp!". 

Tanti tifosi a questo punto si chiedono se la questione stadio possa essere una delle concause che hanno portato Bandecchi a voler dire addio alla Ternana, e si aprono nuove domande, nuovi interrogativi, nuove polemiche. A questo punto, se il campo è l'unica cosa su cui Terni e i ternani si dovrebbero concentrare, ci chiediamo se non sia il caso di evitare di divulgare via social alcune informazioni o, in alternativa, se non sia il caso di informare l'intera cittadinanza tramite un documento ufficiale o una conferenza. 

Sezione: Copertina / Data: Sab 23 marzo 2019 alle 16:00
Autore: Marina Ferretti
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