Bari da sempre evoca brutti ricordi nella testa dei tifosi della Ternana.
Che sia stato sempre un campo difficilissimo lo testimoniano i numeri dei precedenti. Ma il tabellino può fotografare una tradizione non tutte le sfide. E ce ne sono alcune, come tutti noi sappiamo, che sono sanguinose nella memoria rossoverde.
Ferite difficilmente rimarginabili, quelle cicatrici che ti fanno male quando cambia tempo, che le vedi, sono lì. Sei andato avanti nella tua vita, ha superato il momento, hai avuto altre soddisfazioni e altre delusioni: ma ci sono alcune vicende che ti marchiano a fuoco.
Ovvio e chiaro il riferimento al 2002: Ternana che dopo ingenti investimenti nel mercato di gennaio, con una squadra tutt’altro che scarsa riesce ad invertire la tendenza e arriva all’ultima giornata con il destino fra le sue mani. Era l’anno dei 15 gol (e 15 pali) di Miccoli, Bucchi suo compagno di squadra, il ritorno di Brevi e l’arrivo di Nicola. C’era Ripa in difesa, c’era Kharja a centrocampo insieme a D’Aversa. La Ternana dopo il girone d’andata era spacciata, nel ritorno vola. Si rimette in carreggiata. 
Fino ad allora le Fere non avevano mai vinto a Bari (se non a tavolino). In realtà non c’era neanche bisogno di vincere, perché si sarebbero dovuti incastrare troppi risultati per poter far retrocedere la Ternana. Messina, Siena e Cosenza erano sotto la Ternana. Bastava fare lo stesso risultato. E tutte e tre giocavano fuori casa: Crotone-Messina, Sampdoria-Siena, Empoli-Cosenza. Ma bisogna essere sempre pronti a tutto. Così, forse con troppa fiducia nell’operato altrui, la Ternana approda a Bari convinta di poter salvare la stagione. 
Il problema è che invece in campo è stata battaglia. Anche troppa. Perché chiaramente i risultati delle altre si sono “magicamente” incastrati, tutte e tre le nostre concorrenti hanno vinto, ma per salvarsi tutte e tre c’era bisogno che la Ternana non vincesse.
E infatti la Ternana non ha vinto. A Bari, contrariamente a quello che è successo nelle altre città, la Ternana ha trovato un clima da battaglia. Più di un giocatore del Bari sembrava tarantolato (qualcun’altro obiettivamente no), il Bari passa in vantaggio e a metà secondo tempo viene anche espulso il portiere della Ternana Mareggini (che colpisce il pallone con le mani fuori dall’area) e sulla punizione il Bari segna il raddoppio. A nulla servono gli ingressi di Miccoli e Frick (entrambi in panchina perché infortunati) a nulla il rigore di Adeshina al 90esimo.
La Ternana retrocede. Ma nessuno ci vede chiaro in quella partita così gagliarda da parte di un Bari già abbondantemente salvo.
Le illazioni si sprecano, come sempre nel calcio. E Bari Ternana diventa sempre una corrida, nonostante la Fere siano state ripescate in quell’estate grazie al fallimento della Fiorentina. 
Ma stavolta qualche tempo dopo trovano anche conferme, quelle voci. I famosi capocolli di Sculli nelle intercettazioni telefoniche del 2005, tre anni dopo.
“Ma i 'capicolli' li hanno portati?''. Sculli risponde: ''Minchia se li hanno portati. Ne hanno portati quattro qua e sei glieli hanno dati a Bari e hanno affondato la Ternana''. 
Ma quella partita da allora in poi è sempre stata una partita velenosa. L’anno seguente molti dei protagonisti erano ancora in campo e qualcuno pensò più alla giustizia che ai tre punti. La prima vittoria arrivò solo due anni dopo. Ma non bastò.
Poi arriva lo scorso anno: le squadre a contendersi un posto al sole per andare in SerieB. La Ternana in campionato perde (e lì iniziarono forse i primi problemi di Gallo) ma nonostante tutto arriva comunque a giocarsi il passaggio del turno ai playoff. A causa del peggior piazzamento si gioca a Bari, in gara unica, con il pari che favorisce i pugliesi. La Ternana è in confidenza: ci crede. Ha una buona squadra e piano piano arriva anche la convinzione.
Ma a Bari non si fa in tempo a scendere in campo che già nel primo tempo Gallo è costretto a fare 4 sostituzioni. Defendi esce al 17esimo perché si fa male da solo, ma al 24’ Ferrante e al 38’ Parodi e Celli sono costretti ad uscire per brutti scontri con avversari. Ferrante ha recuperato da pochissimo dalla botta presa da Di Cesare, Celli invece è stato costretto anche ad operarsi dopo lo scontro di gioco con Ciofani. Dopo il gol di Antenucci la Ternana prova a spingere, pareggia in 10 contro 11, perché viene espulso Palumbo per una spallata all’avversario. E rischia anche di vincere, ma non ce la fa. Viene espulso Gallo, viene espulso Leone. 
No: non è una partita come le altre. Ma siccome la vendetta (sportiva) è un piatto che va gustato freddo non è necessario partire all’assalto e portare lo scalpo del galletto già domani pomeriggio.
Quello che conta è la promozione in serie B. Quello sì che sarebbe il più grande risarcimento di tutti. Se poi, alla tifoseria, volete proprio regalare la vittoria andata e ritorno, fate pure, cari ragazzi. Ma quello che conta è festeggiare alla fine, non in mezzo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 novembre 2020 alle 20:00
Autore: Ternananews Redazione
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