Gli anni ’80 rappresentano per i tifosi rossoverdi un periodo di
dolori più che di soddisfazioni. Infatti il decennio iniziò subito
con la grande delusione della retrocessione in serie C al
termine del campionato 1979-’80, dopo che nella stessa
stagione, incredibilmente, la squadra era riuscita nell’impresa
di arrivare alla semifinale di Coppa Italia, eliminata poi dalla
Roma. Poi, al termine del campionato 1985-’86, sarebbe
arrivata addirittura la retrocessione in C2! Solo alla fine del
decennio sarebbe arrivato il tanto agognato riscatto, vincendo il
campionato con Mister Tobia nel 1988-’89 nel mitico
spareggio di Cesena, con 15.000 tifosi al seguito, tornando così
in C1 e gettando poi le basi per la risalita in serie B, che
sarebbe arrivata solo all’inizio del decennio successivo.
Con questo preambolo, chi legge potrebbe pensare che gli anni
’80 siano ricordati non certo con simpatia dai tifosi rossoverdi,
eppure anche in questo caso c’è un “ma”……
Infatti, nonostante tutto ciò che abbiamo detto, in quegli anni la
Ternana era seguitissima dai propri tifosi ed il Liberati vedeva
sempre una buona presenza di tifosi sulle proprie scalinate,
specie in Curva Est, sede dell’allora “giovane” gruppo
organizzato dei “Freak Brothers”.
E’ per tale motivo che questa volta siamo andati a ricercare per
questo numero di “DAJE MO’” un calciatore che ha vestito la
maglia rossoverde per due stagioni, proprio nella prima metà
degli anni ’80: Gaetano Longo.
Longo nasce a Taormina (ME) il 02-09- 1956 e cresce nelle
giovanili della squadra della sua città, nel ruolo di mediano.
Arriva alla Ternana nell’estate del 1982, proveniente dal
Messina, quando la società rossoverde si apprestava a
partecipare per il terzo anno consecutivo al campionato di serie

C, con alla guida, per la terza volta nella sua storia, il
“Maestro” Corrado Viciani.
Rimarrà in rossoverde per due stagioni, diventando una
colonna portante del centrocampo rossoverde, specie nella
prima stagione quando sarà praticamente titolare fisso. Le sue
caratteristiche migliori sicuramente erano la resistenza fisica e
la generosità, che lo portavano a correre incessantemente in
tutte le zone del campo.
Al termine della stagione successiva lascerà la Ternana per
trasferirsi all’Akragas, sempre in serie C, dove concluderà la
sua carriera professionistica.
Oggi Longo vive ad Agrigento e continua a vivere nel mondo
del calcio, avendo fatto l’allenatore per tanti anni di squadre di
Eccellenza ed Interregionale, mentre oggi segue i bambini nelle
sue due scuole calcio.

1) Signor Longo, ci racconta come è iniziato da bambino il
suo amore per un pallone?
Come la maggior parte dei bambini della mia epoca sono
cresciuto giocando a pallone in strada ed in ogni luogo dove
era possibile, magari subendo anche le arrabbiature di mia
madre quando tornavo a casa con le scarpe sporche o, peggio
ancora, rotte! Posso dire senz’altro che il mio primo
“allenatore” è stata la strada, essendo lì riuscito ad emergere ed
arrivare successivamente alla società del Taormina.
2) Chi era della sua famiglia che lo seguiva nella sua
passione per il calcio?
La mia era la classica famiglia “normale” di quei tempi. Mi ha
sempre seguito soprattutto mio padre, ma in una maniera
composta e non ossessionata. Come la maggior parte dei

genitori, anche i miei volevano soprattutto che mi divertissi e
fossi felice.
3) Dopo aver calcato i campi di serie B e serie C, lei arrivò
alla Ternana quando la Società era scesa in serie C, dopo
che nel decennio precedente era arrivata in serie A per due
volte. Che ambiente trovò?
Un ambiente stupendo! Quando ho visto per la prima volta il
Liberati mi sono detto: “caro Gaetano, qui ci devi rimanere il
più a lungo possibile!”
Nella Società c’erano delle persone veramente appassionate e
competenti, come ad esempio il segretario Ridio Ragni o il
general manager Varo Conti. Un ambiente veramente ideale,
come la Juventus della serie C!
4) Quali furono le dinamiche che lo portarono a questa
scelta?
Devo ringraziare soprattutto Mister Viciani, il quale lo avevo
già avuto quando militavo nel Palermo. Lui mi aveva voluto
alla Cavese dove poi ho vinto il campionato l’anno successivo
con Mister Santin. Quando il Mister è tornato alla Ternana mi
ha voluto portare con lui.
5) Era mai stato precedentemente nella nostra città? Che
impressione le fece al primo impatto?
Non ero mai stato prima a Terni ed ho avuto subito, al primo
impatto, una bellissima sensazione, sia per la città che per
l’ambiente che la circonda. Ma quello che mi colpì
maggiormente fu il carattere della gente ternana, molto
attaccata alla squadra e generosa nei confronti dei giocatori che
dimostravano di dare tutto in campo. Mi devo ripetere: un
ambiente veramente ideale per fare bene.

6) Conosceva già qualche suo compagno di quella rosa?
Conoscevo Borsellino perché eravamo stati compagni di
squadra nel Palermo ed anche grazie a lui mi sono subito
ambientato benissimo. Poi feci facilmente amicizia con gli altri
siciliani che erano in squadra, come Lucido e Di Vincenzo.
7) Allenatore di quella Ternana era Corrado Viciani, un
vero e proprio “mito” per i tifosi rossoverdi. Che rapporto
aveva con lui?
Per me fu molto più di un allenatore, ma un vero “secondo
padre” e devo moltissimo, se non tutto, a lui. Mi ha insegnato il
valore del sacrificio, che mi sono portato dietro per l’intera mia
carriera professionistica.
Racconto un aneddoto a tal proposito. I suoi allenamenti erano
veramente durissimi e durante le ripetute dei 100 metri c’era
chi non riusciva a dare quello che lui pretendeva. Un giorno, al
termine degli allenamenti, mi chiamò e mi disse di rientrare
negli spogliatoi per vedere chi era contro di lui. Il risultato fu
che venne esonerato poco dopo ed al suo posto arrivò Mister
Mattè, che rimase però solo per sei giornate dopo di che tornò
Mister Viciani. Ci salvammo all’ultima giornata, vincendo a
Rende (Rende-Ternana 0-2, il 05-06- 1982), grazie alla
classifica avulsa ed alla differenza reti, a spese di Livorno e
Reggina.
8) Alla prima partita di campionato (Ternana-Livorno 3-1,
il 19-09- 1982) e quindi al suo esordio in rossoverde lei
venne espulso. Dica la verità, cosa pensò: “cominciamo
bene!”?
Fu proprio quella la mia prima preoccupazione, la paura di aver
dato una brutta impressione ai tifosi rossoverdi. Però poi, in
seguito, dimostrai che era la mia generosità nel gioco, al

servizio della squadra, che mi poteva portare a commettere
simili errori. E comunque, in quella specifica occasione, la
seconda ammonizione la presi proprio per cercare di fermare
un avversario che stava per andare a realizzare un goal.
9) In quel campionato 1982-’83 la Ternana si salvò dalla
retrocessione in C2 grazie alla classifica avulsa, a discapito,
come abbiamo detto, di Livorno e Reggina. Che ricordo ha
di quel campionato?
Facemmo un girone di andata veramente disastroso, ma poi nel
girone di ritorno facemmo il miracolo di una media incredibile.
Inizialmente ci furono delle incomprensioni tra Mister Viciani
e qualche mio compagno di squadra, poi però nel girone di
ritorno venne fuori il vero valore di quella squadra. Con il
senno di poi c’è il rammarico che se avessimo fatto anche il
girone di andata così come quello di ritorno, avremmo potuto
lottare sicuramente per la promozione.
10) Lei giocò tutte le partite tranne una perché squalificato.
Avvertiva la fiducia incondizionata da parte di Mister
Viciani?
Si, ma questo lo sapevo ancora prima di vestire la casacca
rossoverde perché io ho sempre dato il massimo in campo. E
questo lui lo sapeva benissimo.
11) Nella stagione successiva sulla panchina arriva Mister
Meregalli, un altro ex-rossoverde, e le sue presenze in rosa
diminuiscono. Cosa successe?
All’inizio della stagione partii molto bene, poi cominciarono i
miei guai fisici, mi ammalai di pubalgia che mi condizionò per
tutto il resto del campionato. La Società decise di mandarmi
dal Prof. Monti, specialista del Milan. Mi curavo insieme ai

due rossoneri Baresi e Gerets. Purtroppo non riuscii mai a
guarire completamente.
12) In quella formazione c’era anche un suo compagno di
squadra che avrebbe fatto poi una grande carriera, sia da
calciatore che, soprattutto, da allenatore: Stefano
Colantuono. Che ricordo ha di lui?
Un ragazzo molto serio e determinato. Noi della rosa della
prima squadra dormivamo all’albergo Allegretti mentre lui,
come tutti i ragazzi delle giovanili, nella “dependance”.
Siccome avevo notato le sue qualità di gioco in allenamento,
chiesi di farlo venire con noi in albergo.
Di lui ricordo ancora un episodio che dimostra la sua forza
caratteriale, quando dopo una mia azione gli passai la palla e
lui realizzò il goal della vittoria. Impazzì letteralmente di gioia!
13) Ed in quella formazione militava anche un altro
giocatore, sfortunatissimo, rimasto nel cuore di molti tifosi:
Gianluca Signorini. Ce lo vuole ricordare?
Oltre ad essere un giocatore di grande qualità era un bravissimo
ragazzo, semplice, senza grilli per la testa e dalle grandi
potenzialità. Qualche anno dopo, quando militava con il
Genoa, venne a giocare ad Agrigento, contro il Giarre. Lo
andai a salutare e quando mi vide mi volle regalare la sua
maglia di quel giorno. La conservo ancora gelosamente.
14) L’8-01- 1984 la Ternana perse a Bari sul campo, ma il
verdetto fu poi ribaltato a tavolino a causa di una lattina
che colpì Ratti. Quei due punti risultarono poi determinanti
ai fini della salvezza. Ricorda quell’episodio?
All’epoca capitava spesso di assistere a delle sceneggiate
teatrali ogni volta che accadeva un episodio del genere, proprio
perché molto spesso il verdetto era quello della vittoria a

tavolino. Ma posso tranquillamente giurare sul fatto che quel
giorno accadde veramente e la lattina colpì violentemente
Ratti, il quale per il carattere che aveva non avrebbe mai fatto
una sceneggiata simile per ingannare l’arbitro.
15) In quei due anni in rossoverde ha avuto come
presidente un’altra figura mitica per i tifosi: Giorgio
Taddei. Che rapporto avevate con lui, voi giocatori?
Era un padre per tutti noi giocatori! Quando si perdeva una
partita lui era sempre quello che infondeva coraggio a noi
calciatori. La salvezza all’ultima giornata di cui parlavamo
prima fu senz’altro una grandissima rivincita sia per lui che per
Mister Viciani.
Quando mi si prospettò l’ipotesi di dover lasciare la Ternana
lui mi disse che mi avrebbe trovato la sistemazione migliore
possibile, e fu di parola. Ad Agrigento, dove mi trasferii, mi
fecero un contratto di due anni, con una cifra che non avevo
mai preso in tutta la mia precedente carriera.
16) Dei suoi compagni di squadra chi erano i suoi amici
anche fuori dal campo?
Io avevo un carattere che andavo d’accordo un pò con tutti. Se
devo fare necessariamente dei nomi posso dire De Luca, Ratti,
Vernacchia, Peragine. Ma eravamo un gruppo veramente
eccezionale, dove regnava l’armonia tra tutti i componenti,
senza mai una lite, né in campo e tantomeno al di fuori di esso.
Insomma un ambiente del tutto ottimale.
17) Al termine di quella stagione lei venne ceduto
all’Akragas, sempre in C1. Ci fu delusione da parte sua in
questa scelta societaria?
Fu una scelta della Società, dettata dalle mie condizioni fisiche
purtroppo non ottimali. Il Presidente Taddei non avrebbe

voluto prendere tale decisione ma siccome si voleva puntare ad
un campionato di vertice ed io non potevo garantire il 100%
delle mie possibilità, si preferì lasciarmi andare. Accettai tale
scelta, anche se mi dispiaceva, ma compresi perfettamente la
situazione e non gliene feci certo una colpa.
18) In quei due anni in rossoverde ricorda una partita da
incorniciare per la qualità della sua prestazione?
Sicuramente la partita contro il Siena (Ternana-Siena 2-0, 20-
02-1983) quando al mio avversario diretto non feci
letteralmente toccare palla, e grazie a quei due punti conquistati
poi ci salvammo grazie alla classifica avulsa.
19) Se le chiedessi di darmi una definizione delle sue
caratteristiche tecniche, come si descriverebbe?
Grande facilità nella corsa grazie alla mia prestanza agonistica.
Quando c’era da combattere non mi tiravo certo indietro! Ero
abbastanza abile nella marcatura dell’avversario, mentre ero un
po’ meno bravo sotto l’aspetto squisitamente tecnico.
20) Che cosa rappresentava per lei il calcio? Ed ora invece
cos’è?
Sia allora che oggi rappresenta moltissimo nella mia vita, dato
che allora mi permise di emergere nella società ed oggi mi fa
sentire realizzato.
21) Per concludere, che ricordo ha oggi, dopo tutti questi
anni, di Terni e dell’ambiente rossoverde?
Della città e della tifoseria ho un ricordo vivissimo e molto
bello. Insieme alla “Favorita” di Palermo, il “Liberati” per me
rappresenta la “magia”. In quella stagione fui premiato dal
Club Thyrus come il miglior rossoverde.
Auguro alla Ternana e a tutti i suoi splendidi tifosi di tornare

quanto prima, almeno una volta, in serie A. Il sogno di tutti
loro!
La carriera di Longo in rossoverde:
1982-’83 (Serie C1): Presenze in campionato: 33,
Goal realizzati: 0
Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 0

1983-’84 (Serie C1): Presenze in campionato: 23,
Goal realizzati: 0
Presenze in Coppa Italia: 9, Goal realizzati: 0

La carriera di Gaetano Longo (da giocatore):
1973-’77: Palermo (serie B) presenze:
1977-’79: Marsala (serie C1 e C2) presenze: , goal:
1979-’81: Cavese (serie C1) presenze: , goal:
1981-’82: Messina (serie C2) presenze: , goal:
1982-’84: Ternana (serie C1) presenze: 56, goal: 0
1984-’86: Akragas (serie C1 e C2) presenze: , goal:

(da allenatore):
2014-’15: Pro Favara (Promozione Regionale)
Marco Barcarotti
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ecc. sulla Ternana.

Sezione: Focus / Data: Ven 08 settembre 2017 alle 18:30
Autore: Redazione TernanaNews
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