Gli anni Novanta hanno rappresentato per i tifosi rossoverdi, sportivamente parlando, il paradiso, seguito dall’inferno, e quindi ancora dal paradiso!
Infatti, dopo la promozione in serie C1 nello spareggio mitico di Cesena del Giugno 1989, con Mister Tobia alla guida, la Ternana nell’estate del 1992 torna in serie B dopo 12 anni di assenza. Ma la delusione era dietro l’angolo, ed infatti arriva subito un cocentissimo fallimento, con successiva ripartenza dalla serie D. Negli anni successivi si tornerà in C2 grazie ad un ripescaggio, e quindi in C1 prima ed in B poi, con due promozioni di fila, con Mister Del Neri in panchina.
Di questo “movimentato” decennio, in parte ne è protagonista un giocatore che arriva alla Ternana alla fine del decennio precedente, e che rimarrà nel cuore dei tifosi rossoverdi per le sue gesta in campo, che lo vedo protagonista per tecnica ed attaccamento alla maglia: Roberto Borrello.
Borrello nasce a Brancaleone (RC) il 04-01-1963 e cresce calcisticamente nelle giovanili del Catanzaro, nel ruolo di centrocampista, dove esordirà in serie A. Rimarrà alla società calabrese per sette stagioni, con una parentesi al Prato, per poi arrivare alla Ternana nell’estate del 1989, quando la società rossoverde era appena stata promossa in C1 dopo il mitico spareggio di Cesena.
Rimarrà in casacca rossoverde per due stagioni, per poi trasferirsi al Mantova per altre due stagioni, quindi ritornare a Terni quando la Ternana, dopo il fallimento societario, ripartiva dalla serie D. Ci resterà per quattro stagioni, ottenendo la promozione in C1 nell’ultima, e quindi si trasferirà al Rieti prima ed alla Narnese poi, dove chiuderà la sua carriera di calciatore ed inizierà quella di allenatore. Carriera che poi lo vedrà in diverse società di serie D e C2, e al ritorno alla società rossoverde nelle formazioni giovanili.
Oggi Borrello vive nella nostra città continuando anche a vivere nel mondo del calcio.

 

Qual è il suo ricordo più lontano nel tempo per quanto riguarda un pallone?

Come tutti i bambini di quell’epoca ho cominciato a giocare sulla strada, davanti casa, con mio fratello che aveva solo un anno di differenza di età. Uscivamo da scuola, pranzavamo e poi, via a giocare, sulla strada o sul cemento, dove se non volevi farti male si doveva necessariamente imparare la coordinazione dei movimenti. E tutto questo per la disperazione di mia madre, visto che tornavamo a casa sempre sporchi e con le ginocchia sbucciate. E lei pazientemente ci doveva lavare, ma noi appena dopo cena, ricominciavamo a giocare con una pallina, all’interno della cucina, dove una volta gli rompemmo anche la porta!

Si ricorda dei sui amici di allora, con i quali ha cominciato a dare i primi calci? Li frequenta ancora?

Oltre a mio fratello avevo una compagnia di amici più o meno miei coetanei, con i quali, per poter giocare, andavamo anche a rubare le tavole usate nei cantieri edili per fare i pali delle porte!
Purtroppo oggi la distanza del mio paese natale da Terni non mi consente di frequentarli spesso, però ogni volta che vado, magari per le vacanze, con alcuni di loro ci rivediamo.

Arrivò a Terni dal Catanzaro dove era cresciuto calcisticamente ed aveva assaporato anche la serie A. Quali furono i motivi che la portarono a tale scelta?

Fu una scelta, come sempre accadeva in quei tempi, delle due società. Però io ne fui ben felice perché conoscevo, oltre a Mister Tobia, qualche giocatore rossoverde con cui avevo giocato insieme nel Catanzaro, e loro mi consigliarono di scegliere Terni perché i programmi, con il Mister, erano ambiziosi.
Il Catanzaro faceva la serie B ma preferii comunque venire alla Ternana, pur scendendo di categoria, e questo sia perché la Ternana mi volle fortemente, e sia perché i miei compagni mi spiegarono che l’ambiente era ottimale per poter fare bene.

Quando arrivò a Terni chi conosceva dei suoi nuovi compagni di squadra?

Oltre al Mister, come detto, avevo giocato insieme a Vittorio Cozzella, Carlo Caramelli e Silvio Gori.
Mi sono subito integrato facilmente, sia nella squadra che nella città.

Arrivò a Terni quando la Ternana era appena tornata in C1 dopo il famoso spareggio di Cesena. Che ambiente trovò?

Io arrivai alla Ternana a novembre, con la campagna acquisti autunnale, e la squadra era partita molto bene. Quando ero ancora al Catanzaro, per avere, come detto, gli amici che militavano nella Ternana, seguivo sempre, sia sui giornali che nelle tv, le sorti della squadra rossoverde, e vedevo che erano seguitissimi, con il Liberati sempre colmo di tifosi. Questo mi colpiva molto, ed è per questo motivo che appena mi si prospettò l’ipotesi di arrivare in casacca rossoverde, non ci pensai un attimo!
Appena arrivato a Terni, fui accolto subito nel migliore dei modi dai miei nuovi compagni di squadra, e mi resi conto subito di persona di quale entusiasmo viveva la città intera. Dovunque andassi si sentiva parlare dello spareggio di Cesena e delle imprese della squadra.
A me rimase subito impresso la trasferta di Ischia, con centinaia di tifosi rossoverdi al seguito, di cui molte famiglie intere. Un ambiente genuino. Veramente appassionante!

Allenatore di quella squadra era mister Tobia. Che rapporto avevate con lui voi giocatori?

Il Mister era un grande conoscitore di calcio, e giocare nella sua squadra ci si divertiva veramente. In quella squadra eravamo 5/6 giocatori che avevano le caratteristiche di attaccanti, e lui riusciva a farci giocare contemporaneamente, creando così un gioco spumeggiante. All’epoca non erano molte le squadre che giocavano con quel modulo.
Quella era una squadra che sapeva gestirsi, e quindi lui non era obbligato ad intervenire continuamente, aldilà del fatto che era lui che ci diceva come stare in campo.
Sul campo era molto esigente, ma aveva costituito un nucleo di amici, soprattutto con quelli meno giovani, e fuori dal campo eravamo molto uniti, frequentandoci durante l’intera settimana.

Il Presidente Gambino che tipo di presidente era con voi giocatori?

Era un presidente di grande personalità, e pur non essendo molto presente durante la settimana, questo gli permetteva di gestire comunque la Società nel migliore dei modi. Una persona di carisma e soprattutto una gran brava persona.
Era molto preciso, soprattutto sotto l’aspetto finanziario. Ricordo che al termine delle stagioni, quando passavamo in sede per prendere il dovuto, lui rifaceva personalmente tutti i conti, fino alla virgola. E quello che ci aspettava ci veniva dato. Un modo parsimonioso ed oculato per gestire una società di calcio.

Lei realizzò il goal del momentaneo vantaggio nel derby del Curi (il 12-11-1989, Perugia-Ternana 1-1). Ricorda le sue emozioni di quel momento?

Ero arrivato a Terni da poche settimane, e ricordo la mia emozione nell’entrare sul campo del Curi e vedere 7000 ternani sui gradoni dello stadio perugino.
E poi quel goal, al termine di una azione spettacolare, con passaggi di prima tra Doto, Cozzella ed il sottoscritto che di piatto destro infilavo nell’angolo alla sinistra del portiere, proprio sotto la curva dei tifosi rossoverdi.
Io poi che solitamente non è che facessi molti goal durante la stagione, farlo proprio nella partita più importante dell’anno per i tifosi. Mamma mia, ancora mi vengono i brividi al solo ripensarci! Un’emozione non paragonabile nemmeno a quella provata nel giocare contro Juve, Inter, Milan, ecc.

In quei due anni ebbe come compagno di squadra Paolo Doto, recentemente scomparso. Ci vuole ricordare chi era per voi compagni di squadra?

Prima di tutto era un calciatore dalle qualità tecniche eccezionali. Ma soprattutto era una persona dalle qualità morali fuori dal comune, sempre sorridente, sempre disponibile con tutti. All’interno dello spogliatoio era colui che “teneva banco” spesso e volentieri, con i suoi scherzi e le sue battute. Io gli dicevo sempre che, per il suo carattere, avrebbe potuto fare cabaret!

Al termine della stagione 1990-’91 lei, insieme a Benetti, Forte e Cozzella, oltre a Mister Tobia, si trasferisce al Mantova. Quali furono i motivi?

Con il senno di poi posso affermare tranquillamente che fu una scelta sbagliata. In quel frangente ci fu un momento di indecisione a livello societario, con il presidente Gambino che non si sapeva se avrebbe continuato o se, come poi avvenne, avrebbe lasciato. Già c’erano stati dei problemi fra il presidente e Mister Tobia, il quale era stato esonerato dopo la “scoppola” di Nola.
Nonostante questo Gambino mi disse che si era accordato, per me ed Incarbona, per la cessione al Palermo, che aveva appena vinto il campionato ed era approdato in serie B. Io però fui contattato da Bronzetti, D.S. del Mantova, il quale mi propose di andare nella società lombarda, ed io decisi di seguire i miei compagni e Mister Tobia, pur se scendevo in C2. Lì poi il mister venne esonerato a metà stagione, e solo l’anno successivo vincemmo poi il campionato.

Dopo due stagioni torna in casacca rossoverde. Nel frattempo la Ternana era precipitata in serie D dopo il fallimento del Presidente Gelfusa. Un atto d’amore?

Si, sicuramente! Sia nei confronti della Società che in quella della città. Fin da quando ero a Terni negli anni precedenti, con mia moglie avevamo deciso di stabilirci a Terni una volta terminata la mia carriera, e quindi come mi si è presentata l’opportunità l’ho presa subito al volo! Perciò è stata una scelta fin troppo facile per me.

Rimarrà in rossoverde per altre quattro stagioni e vivrà, tra le altre cose, anche la tremenda delusione dello spareggio play-off perso al Liberati contro la Fermana nel campionato 1995-96, con goal subito al 94° (il 09-06-1996: Fermana-Ternana 2-0, e il 16-06-1996: Ternana-Fermana 2-1). Che ricordi ha di quella triste giornata?

Un vero e proprio incubo! Due partite, compresa quella dell’andata, giocate nettamente meglio da noi, con un rigore sbagliato da parte nostra nella partita di Ancona. A Terni realizzai uno dei due goal, e tutti pensavamo a quel punto che era fatta. Anche perché eravamo veramente più forti, ed invece quel goal incredibile ci spezzò le gambe, gettando tutto l’ambiente nello sconforto più totale! Ricordo i tifosi a bordo campo, pronti a festeggiare il passaggio del turno, ed invece…….
Ripeto: un vero incubo!!!

Nella stagione successiva sulla panchina rossoverde arrivò Mister Del Neri. Che allenatore era per il giocatore Borrello?

Fin da subito si comprese che era un allenatore preparatissimo, quasi maniacale nel suo modo di intendere il calcio. Puntava moltissimo nell’organizzazione di gioco, specie nel settore difensivo. Io stesso, oggi nel mio ruolo di allenatore, mi rifaccio molto al suo concetto di calcio. E questo anche se, all’epoca, non mi trovai benissimo con il suo modulo del 4-4-2, dato che così ero un po’ sacrificato. Però nelle ultime otto partite di quel campionato, cambiò qualcosa nel suo modulo di gioco, ed i risultati arrivarono, visto che le vincemmo tutte, assicurandoci così la vittoria del campionato.

La stagione 1996-’97 fu finalmente ricca di soddisfazioni, con la promozione in C1 che arrivò all’ultima giornata in quel di Fano (il 15-05-1997: Fano-Ternana 0-1), in un tripudio di bandiere rossoverdi. Ricordi personali di quel giorno?

Altra emozione indimenticabile! Prima di tutto per i tantissimi tifosi al seguito, anche se si giocò stranamente di giovedì, con l’intero stadio colorato di rosso e verde, e poi perché io in quella partita scesi in campo con la fascia da capitano: un grandissimo onore per me! Ma soprattutto perché finalmente, dopo tanti anni di militanza rossoverde, riuscivo a vincere un campionato. In quel momento mi sembrò di rivivere l’esperienza dello spareggio di Cesena, di cui avevo sentito parlare fin dal mio arrivo a Terni.

Nell’estate successiva però lei lascia nuovamente la maglia rossoverde per trasferirsi al Rieti in serie D. Si aspettava una riconferma?

Assolutamente si! Mi avevano prospettato, Mister Del Neri ed il D.S. Osti, di rimanere nella Ternana come allenatore nel settore giovanile. La cosa mi affascinava, però gli chiesi di provare a giocare ancora un anno, perché pur avendo 35 anni io mi sentivo ancora in ottime condizioni fisiche. Insomma, una storia che oggi la leggiamo sui giornali con il grande campione Totti. Purtroppo però la mia proposta non fu accettata, nonostante che il Presidente Gianni fosse invece d’accordo, e quindi a quel punto, pur se a malincuore, decisi di andare a giocare con il Rieti.

Dei suoi 17 goal in maglia rossoverde, quale è quello che ricorda con più orgoglio?

Sicuramente il goal nel derby al Curi, di cui parlavamo prima! Io non sono mai stato un giocatore dai tanti goal realizzati, perché le mie caratteristiche tecniche mi portavano più a far realizzare i goal agli attaccanti più che a farli.

In quegli anni dove stava il “valore aggiunto” di giocare al Liberati, in uno stadio che era un “vulcano rossoverde”?

Gli avversari, di qualunque squadra, quando entravano in campo venivano spesso intimoriti dalla cornice di pubblico che si trovavano di fronte. Era sempre una vera e propria bolgia!
Ricordo ancora con emozione la partita contro il Catania (il 07-10-1990, Ternana-Catania 1-2), quando perdemmo nonostante che avessimo attaccato per gli interi 90 minuti, ma al termine uscimmo tra gli applausi dell’intero stadio! Sicuramente anche per questo motivo, in quegli anni, perdemmo pochissime partite tra le mura amiche.

Se si dovesse descrivere come calciatore, come lo farebbe?

Fondamentalmente ero un centrocampista con la propensione offensiva. Come dicevo, non ero l’attaccante dai 20 goal a stagione, ma piuttosto ero colui che permetteva agli attaccanti di realizzare il goal. E questo perché ero abbastanza bravo a saltare l’uomo, con i miei dribbling, permettendo così di scardinare le difese avversarie, specialmente con quelle squadre che venivano al Liberati chiudendosi per tutti i 90 minuti, giocando di rimessa.

Una volta appese le classiche scarpe al chiodo lei decise di rimanere a vivere a Terni. Quali furono le motivazioni di tale scelta?

Mi sono trovato così bene in città che la scelta fu quasi automatica per me e mia moglie. Con la città molto a misura d’uomo, con la gente che mi ricordava quella del mio paese natale, e cioè semplice e gentile, il tanto verde tutto intorno alla città. Insomma, cosa avrei potuto desiderare di più?

La sua professione attuale è quella dell’allenatore. E’ più difficile essere un calciatore o un allenatore? Perché?

Assolutamente fare l’allenatore. Non c’è dubbio!
Fare l’allenatore significa prima di tutto doverti calare in una mentalità del tutto diversa da quella del calciatore. E questo non è sempre facile. Le preoccupazioni sono infinite, e non c’è solo la preoccupazione di fare bene, ma devi tenere conto anche dello stato d’animo di tutti i calciatori della tua squadra. E questo non è sempre molto semplice. Ma soprattutto, da calciatore tutto dipende dalle tue qualità, mentre da allenatore devi necessariamente fare affidamento sulle qualità altrui.
Vincere da allenatore ti dà più soddisfazione perché la senti tua, però è una soddisfazione che necessariamente dura poco. Ma questo discorso vale anche per le sconfitte. Tutto questo è molto stressante alla lunga, e forse è anche per questo che molti allenatori “invecchiano” fisicamente molto presto.

Quanto le piacerebbe un giorno arrivare a sedersi sulla panchina della Ternana?

Ovviamente sarebbe la realizzazione massima dei miei sogni! Vivere a Terni, essere un ex-calciatore rossoverde ed arrivare a sedersi su quella panchina……….cosa si potrebbe desiderare di più?


La carriera di Borrello in rossoverde:

1989-90 (Serie C1): Presenze in campionato: 29,
Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0

1990-91 (Serie C1): Presenze in campionato: 32,
Goal realizzati: 4 Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 1

1993-94 (Serie D): Presenze in campionato: 32,
Goal realizzati: 5 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0

1994-95 (Serie D): Presenze in campionato: 24,
Goal realizzati: 4 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0

1995-96 (Serie C2): Presenze in campionato: 28,
Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0

1996-97 (Serie C2): Presenze in campionato: 24,
Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 1

La carriera di Roberto Borrello:

Da calciatore:
1979-81: Catanzaro (giovanili)
1981-83: Catanzaro (serie A)
1983-84: Prato (serie C1)
1984-89: Catanzaro (serie C1-B)
1989-91: Ternana (C1)
1991-93: Mantova (serie C2)
1993-97: Ternana (serie D-C2)
1997-99: Rieti (serie D)
1999-01: Narnese (Eccellenza Umbria)
Da allenatore:
2001-02: Narnese (Eccellenza Umbria)
2002-05: Orvietana (serie D)
2005-06: Gualdo (serie C2)
2006-07: Rieti (serie C2)
2007-08: Arrone (serie Eccellenza Umbria)
2008-09: Gabelletta (serie Eccellenza Umbria)
2010: Sporting Terni (serie D)
2010-11: Voluntas Spoleto (serie D)
2012-13: Ternana (Allievi Nazionali)
2013-14: Ternana (Primavera)
2014-15: Ternana (Allievi Nazionali)
Marco Barcarotti

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Sezione: Focus / Data: Gio 04 maggio 2017 alle 21:00
Autore: Redazione TernanaNews
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