Tornare sulla partita persa sabato pomeriggio al Liberati ormai non ha più senso. Se ne sono dette di tutti i colori; alcune analisi sono condivisibili, altre, invece, lasciano perplessi per la veemenza con cui sono state fatte.

Ha senso, invece, avanzare delle considerazioni sull’immobilismo che ha regnato nella Ternana in occasione del calciomercato che si è chiuso con due sole operazioni, tra l’altro a bassissimo costo, che riguardano due giovani tutti da scoprire sia per le loro qualità tecnico-tattiche sia per il loro ambientamento nel calcio italiano. Visto, però, che si sta optando per una politica che deve dare spazio ai giovani la possiamo considerare un’operazione di ampio respiro che solo il futuro ci potrà dire se sarà redditizia o meno.

Alla Ternana, però, serviva qualcosa di diverso, perché già di per sé è una formazione giovanissima, e lo abbiamo sottolineato con i  numeri la scorsa settimana, per cui occorreva almeno apportare un po' di esperienza con uno, due giocatori che conoscessero la categoria in modo che nei momenti difficili di un match potessero far sentire la loro voce in campo.

Niente di tutto questo, ignorando anche che almeno tre giocatori, e guarda caso tutti e tre difensori, non possono garantire una presenza continua nel tempo ed uno di essi addirittura, Masi, prima di aprile non potrà tornar utile alla causa rossoverde.

Si dice che le direttive impartite da Longarini fossero quelle di non spendere un euro ed allora perché promettere a Tesser che almeno un movimento nel reparto difensivo la società lo avrebbe fatto?

Con una squadra in una posizione interlocutoria di classifica, dove tutto è ancora possibile, rinunciare a migliorarla senza fare follie, anche noi siamo per i bilanci sani, porta conseguentemente a domandarsi quali programmi abbia in testa Edoardo Longarini e i suoi figli per la Ternana.

Si vuol realmente vendere? E allora perché affrontare tutto un girone di ritorno difficilissimo con molte compagini che hanno reso più competitive le loro rose per cui diventa più complicato centrare l’obiettivo di partenza?

Chi vende solitamente cerca di rendere più appetibile il proprio prodotto sul mercato. A meno che non ci sia un patto, un impegno con gli eventuali compratori. 

O forse la si vuole svuotare dei suoi pezzi migliori per poi affrontare la prossima stagione, qualunque sia il campionato,  con una rosa composta essenzialmente da giovani per abbassare ulteriormente il monte ingaggi e, conseguentemente, anche il peso della gestione annuale.

Chi fa la politica dei giovani è da apprezzare, perché sono loro il futuro, ma attenzione a non esagerare perché se non assistiti, se non guidati, se non supportati da qualche elemento di esperienza rischiano di perdersi, mandando all’aria il lavoro che su quei giovani è stato fatto per reperirli e per farli crescere tecnicamente e moralmente.

Insomma, è una situazione indecifrabile, un guazzabuglio di situazioni che allontanano lo sportivo che vorrebbe, invece, vederci più chiaro sui programmi societari e sulle reali intenzioni gestionali. Per il momento niente di tutto questo: e meno male che Tesser, nonostante tutto, ha in mano la situazione, ha in mano la squadra altrimenti la situazione sarebbe ancora più complicata. 

In fondo alle nostre considerazioni lasciamo una riflessione anche sulla squadra, sui giocatori ai quali  vorremmo chiedere il perché questa è una compagine che nei momenti difficili, delicati, con pronostici quasi chiusi è riuscita a disputare partite stoiche mettendo in campo coraggio, grinta, rabbia, determinazione e quando, invece, è reduce da risultati positivi si affloscia ed offre delle prestazioni quasi da censurare. Ci sono degli esempi eclatanti come la vittoria di Bari, quella di Frosinone a cui ha fatto seguito la sconfitta interna con il Lanciano e quella esterna di Vercelli, la vittoria con il Modena  con la successiva sconfitta di Varese e poi, due vittorie consecutive seguite dalla brutta, infelice prestazione contro il Vicenza.

Sarà un caso o invece è frutto di una immaturità psicologica per cui inconsciamente si affrontano gli avversari, quando è il momento di fare il salto di qualità, con sufficienza, con pressappochismo?

Anche questo è un tema  su cui riflettere e degno di approfondimento. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 04 febbraio 2015 alle 10:18
Autore: Ivano Mari
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