A chi non è mai successo di recarsi in un bar per gustare un buon caffè a metà mattinata, ed incontrare due persone che non vede da tempo?

Credo a pochi, ma ad ogni modo ieri è capitato a me!

Ero addirittura sovra pensiero, ed accostandomi al bancone per ordinare un espresso non avevo neanche notato le due figure accanto a me alle quali avevano appena servito la classica tazzina all’Italiana.

Mi scanso quel tanto che basta per consentire ad una di loro un movimento naturale per afferrare la tazzina chiedendo scusa, e alla garbata risposta “scusi lei” i nostri sguardi si incrociano.

Resto un attimo interdetto dalla presenza dei due in un bar della nostra città … cosa ci facevano Mimmo TOSCANO e Michele NAPOLI a Terni?

Non sono affari miei e non mi interessa, ma a quel punto la voglia di scambiare quattro chiacchiere con loro diventa irrefrenabile.

Ben trovati – dico loro – è un piacere rivedervi.

Grazie – risponde Mimmo – è un piacere anche sentirselo dire.

Tendo la mano ad entrambi per una stretta cordialmente ricambiata, e mi presento.

Mi chiamo Massimo BETTELLI e … non so se il mio nome vi dice qualcosa …

Si … ci dice – risponde Michele – ed è un piacere conoscerti.

Mi servono il caffè, lo bevo, e mi rendo conto che se non mi sbrigo ritarderò ad un appuntamento di lavoro.

Siete in partenza o restate a pranzo oggi?

Restiamo fino a questa sera.

Che ne dite di mangiare un boccone insieme all’ora di pranzo? Per me sarebbe un onore e per voi l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con un tifoso delle FERE …

Ma tu non sei solo un tifoso delle FERE … hai anche una penna in mano con la punta molto acuminata … - risponde Michele – meglio di no.

E non volete usufruire della mia penna neanche per un saluto a quanti vi hanno voluto bene a Terni, e seguiteranno a volervene? Credetemi sono tanti, ma proprio tanti … più di quanti voi immaginiate!

Li ho colti di sorpresa … hanno un attimo di esitazione, solo un attimo, poi con un sorriso benaugurante Mimmo annuisce – Ok, allora ci vediamo qui alle 13,30!   

Dopo tre ore mi ritrovo seduto ad un tavolo davanti ad un piatto fumante di ciriole al pomodoro, sopra le quali non posso fare a meno di chiedere alla cameriera di poggiare due foglie e mezza di profumato basilico!

Anche l’occhio vuole la sua parte, e quei colori che ho nel sangue voglio vederli ovunque, anche e soprattutto quando si divide il tavolo con persone che li hanno fatti brillare.

E fra una forchettata e l’altra mi accorgo di condividere non solo un pasto, ma anche uno stile di vita e degli ideali che dovevano solo essere certificati da una chiacchierata in libertà fra nuovi amici.

L’incontro coi due arcieri che centrarono il cuore del Bersaglio tanto agognato da una città intera si è concretizzato così … senza taccuini né microfoni … senza fotocamere né videocamere … senza formalismi né velleità di interviste in esclusiva!

Allora Mister, aveva nostalgia di ciriole alla … Ternana?

Beh, veramente di ciriole no … sto mangiando un risotto alla milanese! (ride) … Ma solo perché sono due giorni che mangio ciriole alla Ternana!

Lo sguardo mi cade sul piatto di Michele. Ha ordinato ciriole, ma sono solo rosse … manca il verde del basilico.

Mister, a lei che invece sta facendo il pieno del nostro piatto tipico, non piace impreziosirlo con due o tre foglioline verdi?

L’aspetto estetico diverrebbe meraviglioso, ma siamo calabresi, e amiamo insaporire tutti i nostri piatti solo con dell’ottimo peperoncino! (ride anche lui) … Un po’ come facciamo nella nostra professione!

(Amo il peperoncino … tanto, e concedendomi una risata rispondo) – Adoro il peperoncino e l’ho aggiunto anch’io … non mi privo mai della sua grande forza genuina, come faccio giornalmente nella vita tutti i giorni … lo ritengo l’ingrediente essenziale perché non altera i sapori ma li esalta, quindi  … -   

Si inserisce nella conversazione Mimmo – Hai ragione caro mio, ma se il ristorante ne era sprovvisto o la cameriera non te lo portava dovevi farne a meno! -

Il “TU” nasce spontaneo fra persone che condividono un tavolo senza formalismi, quindi mi adeguo con piacere al nuovo modo amichevole di rapportarmi con loro.

Mimmo … l’amico che è con voi sta mangiando solo insalata … Come fa un Cannibale a pranzare insieme a lui? Forse per non fargli un torto stai mangiando un risotto invece di ordinare una bistecca al sangue?

Il buon umore ed il sarcasmo non ti mancano – risponde – ma in effetti hai ragione … quando siamo seduti a tavola non andiamo troppo d’accordo. Però il Cannibalismo che ci unisce nella vita per perseguire gli obbiettivi è perfettamente condiviso! Ma certo che anche tu in fatto di Cannibalismo non scherzi …

Io? E tu come fai a saperlo? È la prima volta che siedi ad un tavolo con me, e sto mangiando ciriole.

Non c’è mica bisogno di stare seduti uno accanto all’altro per imparare a conoscere le persone – risponde – anche a tanti chilometri di distanza se ne possono apprezzare o meno le doti.

Interviene Michele – Massimo … ti seguiamo costantemente nei tuoi Articoli, ed in quanto a Cannibalismo non hai nulla da imparare … pur non mangiando una bistecca al sangue il condimento delle tue ciriole è fin troppo eloquente –

Abbasso gli occhi, e guardando le due foglie e mezza di basilico campeggiare sul bordo del mio piatto vuoto dico loro – Avete capito il motivo della mia bizzarra richiesta alla cameriera … è stato solo un simbolico omaggio per i due anni e mezzo che avete vissuto a Terni da protagonisti assoluti … la tifoseria era polverizzata dopo la retrocessione in C/2, ed avete compiuto un mezzo miracolo … qualcosa di indimenticabile -

Neanche noi lo dimenticheremo mai – risponde Mimmo - e non solo sotto il profilo calcistico, ma anche sociale … La scommessa cominciata con un piede in C/2 e l’altro in C/1 fu vinta oltre ogni più rosea aspettativa, cancellò l’amarezza della retrocessione e riportò i Tifosi a popolare gli spalti del Liberati per gioire insieme a noi. Una vittoria senza eguali!

C’era un gruppo di ragazzi fantastico in quell’annata – aggiunge Michele – un mix esclusivo che ricorda perfettamente il condimento del tuo piatto.

Non volevo intervistarli, e non lo farò, ma visto che l’argomento non è tabù ed il loro rapporto con la TERNANA CALCIO 1925 è di fatto cessato, l’occasione per un saluto in chiave “pallonara” glielo offro come dessert.

Ragazzi – chiedo loro – dopo due stagioni semplicemente perfette alla guida della Ternana, cos’è mancato quest’anno?

La risposta è immediata e giunge all’unisono, ma si discosta per un particolare cromatico …

Il peperoncino rosso – esordisce Mimmo.

Il peperoncino verde – gli fa eco Michele.

(Vuoi vedere che ora la colpa è solo del peperoncino - penso fra me e me - se era questo il problema potevano ordinarne un container dalla loro terra e farlo recapitare in Via Aleardi o direttamente negli spogliatoi del Liberati … O forse lo hanno fatto ma la consegna è stata rifiutata?Mah … sembra la trama di un giallo d’autore)

Non me la raccontate giusta – replico loro – e voglio mettervi alla prova … Ci state ad un secco botta e risposta senza i classici peli sulla lingua?

Mai avuto peli sulla lingua – risponde Mimmo – forse nella mia vita non ho sempre detto tutto ciò che avrei voluto dire, ma di certo non ho mai detto qualcosa che non pensavo … Eventualmente preferisco stare zitto, e al botta e risposta ci sto!

Siamo persone a cui si può rimproverare tutto - aggiunge Michele - ma c’è un aspetto sul quale nessuno potrà mai avere dubbi su di noi … Quello di essere persone vere e sincere! E lo dico senza timore di essere smentito, quindi al botta e risposta ci sto anch’io!

E il classico pelo sullo stomaco, invece, vi è spuntato?

Si guardano un attimo e sorridendo, condividono la risposta.

No, non abbiamo neanche quello, altrimenti avremmo avuto problemi con la digestione del peperoncino … Ma neanche tu ce l’hai, visto che ti piace mangiarlo almeno quanto noi.

(Finalmente – penso io – i tifosi Ternani riusciranno a decifrare il rebus di un’annata calcistica da dimenticare … Devo azzeccare le giuste domande da porre loro …)

Perché nel 2011 avete accettato l’incarico di guidare una squadra tutta da ricostruire in un ambiente devastato da una retrocessione?

Perché abbiamo voluto accettare l’ennesima sfida – risponde Mimmo – chi crede nel proprio operato non teme né categorie inferiori né ambienti destabilizzati … anzi, diventano lo sprone per ripagare una proprietà seria che ti da fiducia ed una piazza come quella di Terni che non teme confronti con nessun’altra.

Massimo credimi – aggiunge Michele – la vittoria più bella è stata quella di vedere tanta gente tornare in uno stadio colorato e commuoversi di gioia, specialmente ricordando l’inizio della nostra avventura … Alla prima apparizione della squadra in Coppa Italia c’erano 150 persone sugli spalti del Liberati!

L’anno successivo avete deciso di restare seppur suonavano sirene importanti, anche dalla serie A … Perché lo avete fatto?

Mi risponde Mimmo. Se eri allo stadio ed hai visto anche la mia di commozione dopo l’ultima partita, la risposta è eloquente …

Perché era scoccata la scintilla fra noi e la città - aggiunge Michele - perché volevamo meritare la categoria al pari ed insieme a tutti coloro che hanno profuso le proprie energie per far si che tutto ciò si concretizzasse … che la realizzazione di quel sogno inaspettato e mai preventivato potesse essere condiviso. E mi riferisco alla Società, a tutti i media, ed alla splendida tifoseria che nel frattempo era diventata sempre più numerosa sugli spalti del Liberati. Un perfetto mix.

Di chi sono stati i meriti della fantastica prima stagione? E dell’ottima seconda con la quale avete centrato il nono posto?

La risposta è a due voci, e senza tentennamenti – Dei ragazzi!

E voi?

Li abbiamo solo guidati …

Certo che la modestia non vi manca … ma in realtà le vostre parole rispecchiano perfettamente il comportamento che avete mantenuto per due anni e mezzo. Gli onori ai ragazzi e le critiche solo sulle vostre spalle …

Se vuoi essere un Condottiero vero, quello è il comportamento! -sentenzia Mimmo -

Ok ragazzi – dico loro – ma siete ancora restati a Terni quando le richieste di squadre ancor più blasonate dell’anno precedente erano addirittura aumentate. Perché?

Perché dovevamo portare a termine un progetto … perché una programmazione che si è liberamente scelto di accettare non si abbandona mai, né per denaro né per maggior notorietà, ma si condivide fino in fondo, ognuno nel rispetto dei propri ruoli ma tutti insieme, nel bene e nel male – risponde Mimmo -.

Siamo fatti così caro Massimo – aggiunge Michele – quando si punta ad un obbiettivo condiviso il tornaconto personale non ha ragione di esistere, e se diamo una parola, noi, non la smentiamo mai.

(Queste risposte dovrebbero far riflettere chi le condivide solo verbalmente - penso io – perché per quanto riguarda i miei ideali combaciano perfettamente con quelli di due persone che vivono un mondo dove anche un contratto scritto ha un valore relativo … ma ora viene il bello, finalmente proverò a risolvere il rebus)

E allora dov’è che si è inceppato il meccanismo? Perché fin dalle prime battute dell’ultimo campionato si è subito capito che qualche cosa non andava? Di chi sono le colpe?

Noi fin dal primo giorno del ritiro abbiamo fatto tutto il possibile, svolgendo il nostro lavoro con la medesima professionalità degli anni precedenti … non possiamo addebitarci nessuna colpa, seppur ad ogni risultato negativo ci siamo sempre assunti tutte le responsabilità sollevando la squadra dalle critiche – risponde Mimmo.

Gli fa eco Michele – Probabilmente alle aspettative create inizialmente, e forse propinate con troppa leggerezza … da un entusiasmo dilagante e per certi versi immotivato cominciato prima dell’inizio del campionato … La serie altalenante dei risultati, poi, ha fatto si che le cose prendessero una piega diversa … Ma non era facile prima e lo è diventato ancor meno dopo, visto che avevamo cambiato tanti interpreti della rosa precedente … Poteva esserci una fase nella quale si poteva pagare dazio, e così è stato … Difficoltà oggettive risolvibili solo nel tempo … Partite dove si è raccolto poco o nulla in maniera incredibile … Ricordo quelle in casa contro lo Spezia, il Crotone e la Juve Stabia, e le trasferte di Padova e Palermo … cinque partite che avrebbero potuto e dovuto fruttare 11 punti invece che 2, e sfido chiunque le abbia viste a poter affermare il contrario.

E allora? – chiedo io – A chi addebitiamo le colpe?

Diciamo che … la fortuna non ci ha assistito?

Le risposte mi amareggiano, ma in fondo soddisfano il tifoso … parlano la stessa lingua di chi ama la propria squadra di calcio per pura passione …  dalla voce traspare emozione e i loro occhi sono sinceri.

Perché siete stati sollevati dall’incarico dopo una vittoria con la quale avevate raggiunto i medesimi punti dell’anno precedente? Perché proprio in contemporanea con la sosta invernale e la riapertura del calcio mercato che poteva permettervi un aggiustamento in corsa della rosa? Perché non vi hanno esonerato dopo una sconfitta, ma addirittura successivamente a una dichiarazione verbale di riconferma?

Questo non devi chiederlo a noi caro Massimo, ce lo stiamo domandando da sei mesi e non abbiamo trovato la risposta … speravamo fossi tu a svelarcene il segreto …

(Non c’è una risposta … sono condannato a rimanere con i dubbi che accompagnano ancora tutta la tifoseria ternana … No, non è possibile, devo trovare il bandolo della matassa e risolvere il rebus prima di salutarli. Devo rivolgere loro un paio di domande alle quali rispondere solo con un “si” o con un “no” … Intanto che ci penso prendiamo il caffè)

Ok ragazzi, rimarremo tutti con questo enigma irrisolto, ma in fondo l’essenziale è restare sempre se stessi e non rinnegare mai i propri ideali di vita.

Ora gustiamoci un buon caffè. Lo prendete con o senza zucchero?

Assolutamente zuccherato! Le amarezze della vita bastano e avanzano – rispondono in coro -

Però ragazzi, una tiratina di orecchie ve la meritate … Siete andati via da Terni senza neanche salutare una città che ancora vi ama …

È così Massimo, ma lo facciamo ora e ti ringraziamo per l’opportunità che ci stai concedendo. Non abbiamo rilasciato dichiarazioni a caldo e siamo usciti in punta dei piedi perché non volevamo minimamente alimentare polemiche che potevano nuocere a dei colori che ci sono entrati nel sangue. Tornare a Terni più o meno da turisti come oggi è difficilissimo … Non siamo neanche passati davanti allo stadio, per evitare che lo sguardo cadesse sul manifesto delle FERE che campeggia ancora sul muro della tribuna B.

Vi ha assalito la saudade rossoverde?

Ci ha colpito la nostalgia per un popolo che ci ha amato e che abbiamo amato … ed il rammarico che il lavoro svolto sia rimasto a metà è il nostro più grande cruccio.

Nella vita non si può mai sapere cari miei, forse un giorno tornerete per completarlo, e se credete nel kharma della vita sappiate che tutto torna … Sia il bene che il male! Io amo definirlo effetto BOOMERANG!

È anche il nostro credo, per questo siamo sereni. Abbiamo la coscienza pulita!

ED ORA CONCEDICI UN ABBRACCIO A TUTTI I TIFOSI CHE ANCORA CI VOGLIONO BENE, E CHE CI PORTERANNO NEI LORO CUORI AL PARI DEI GRANDI MAESTRI CHE CI HANNO PRECEDUTO ... NOI PORTEREMO LORO NEI NOSTRI CUORI, E NON DIMENTICHEREMO MAI I VERI AMICI CHE ABBIAMO CONOSCIUTO A TERNI!

Vi ringrazieranno e contraccambieranno certamente, per cui, in modo simbolico, lo faccio io anche per loro!

DEVI ANCHE CONCEDERCI UN SALUTO CHE RIVOLGIAMO CON GRANDE AFFETTO  ALLA PROPRIETÀ … HA AVUTO SEMPRE UN COMPORTAMENTO ESEMPLARE NEI NOSTRI CONFRONTI, E CI HA DATO LA POSSIBILITÀ DI VIVERE DUE ANNI SPLENDIDI SENZA MAI FARCI MANCARE NULLA. ANCHE QUEST’ANNO CI È STATA VICINA NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ, MA POI QUANDO LE COSE NON VANNO COME PREVENTIVATO È SEMPRE LO STAFF TECNICO A PAGARE. È UNA LEGGE NON SCRITTA MA VIENE SISTEMATICAMENTE APPLICATA, E NOI PURTROPPO NON SIAMO STATI I PRIMI A SUBIRLA E NON SAREMO CERTAMENTE GLI ULTIMI. IN FONDO CHI FA INVESTIMENTI VUOLE RISULTATI, ED UN GRANDE GRUPPO IMPRENDITORIALE COME QUELLO DEL PATRON NON SI SOTTRAE A QUESTA EQUAZIONE. E QUELLO DEL PATRON NON È SOLO UN GRANDE GRUPPO, MA ANCHE UNA GRANDE FAMIGLIA …

(L’affermazione mi rasserena e certifica quanto ho sempre pensato e sostenuto, ma ora ci siamo, è il momento giusto per porre loro le ultime domande)

Mi concedete due ultime domande? Solo due, ma alle quali dovrete rispondere con un “si” o con un “no”.

Certamente …

La squadra di calcio con i colori sociali di una città è il patrimonio morale della sua tifoseria?

ASSOLUTAMENTE SI!!!

È bello sentirlo affermare da chi è stato deputato a rappresentarli …

Se vi proponessero la guida di una nuova squadra senza l’ausilio del vostro peperoncino,  accettereste?

ASSOLUTAMENTE NO!!!

Allora era vero!?! Quella di prima non era una battuta?!? È mancato il peperoncino bicolore!?! Che disdetta … ma in mezzo alla tristezza che mi assale, ho almeno trovato la soluzione del rebus!

IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI, IL TEMPO VI DARÀ RAGIONE!

Sezione: Editoriale / Data: Gio 03 luglio 2014 alle 00:10
Autore: Massimo Bettelli
vedi letture
Print