Rispetto e sport, Terni chiama a raccolta: “Serve un’alleanza educativa”

Rispetto e sport, Terni chiama a raccolta: “Serve un’alleanza educativa”

Un momento del convegno organizzato dall'Ansmes - Foto TernanaNews

Una sala gremita, tante voci e un solo messaggio: lo sport deve tornare a essere educazione, rispetto e crescita. È questo il cuore del convegno “Educare al rispetto: allenatori, arbitri, dirigenti, genitori, un lavoro di squadra”, organizzato dal Comitato provinciale Ansmes Terni, con il supporto di Umbria Forum, Banca Mediolanum e il patrocinio del CONI Umbria.

Un pomeriggio denso di riflessioni, ospitato nella cornice del PalaTerni, dove si è parlato di sport non come competizione fine a sé stessa, ma come percorso formativo, umano e culturale.

Tagliavento: “Ho capito tutto solo dopo”

Tra gli interventi più sentiti, quello di Paolo Tagliavento, ex arbitro internazionale e oggi amministratore delegato della Ternana Women. “Ho capito cosa significhi davvero la parola ‘rispetto’ solo vivendo le emozioni di tutte le figure in gioco – ha raccontato –. Da arbitro non avevo chiara la frustrazione di un allenatore, il dolore di un genitore, lo stress di un dirigente. Oggi posso dire che l’esperienza mi ha insegnato più delle regole: mi ha insegnato a comprendere”. Tagliavento ha sottolineato come il vero obiettivo dello sport non debba essere la vittoria, ma la formazione della persona: “Se un ragazzo, un giorno, potrà dire di essere diventato un uomo grazie a un allenatore incontrato nei settori giovanili, allora avremo vinto tutti”.

Allenatori e genitori: il nodo centrale dell’educazione

“Chi guida i settori giovanili deve dimenticare le proprie ambizioni personali. L’unico obiettivo dev’essere la crescita dei ragazzi”, ha dichiarato Marco Schenardi, assessore allo sport del Comune di Terni. Un concetto ribadito anche da Valerio Ribichini, presidente AIAC Terni: “Siamo chiamati ad essere educatori prima che istruttori. Non dobbiamo solo insegnare schemi, ma fornire modelli di comportamento”.

Non sono mancati riferimenti al delicato rapporto con i genitori. “Supportare i propri figli è naturale, ma spesso si perde il senso del limite – ha sottolineato un relatore –. Anche chi gioca contro di loro è figlio di qualcuno”.

Un momento del convegno organizzato dall’Ansmes al PalaTerni – Foto TernanaNews

Paralimpico e scolastico: due volti della stessa medaglia

Marco Peciarolo, presidente del Comitato Paralimpico Umbria, ha evidenziato l’esempio positivo degli atleti paralimpici: “Sono un modello di resilienza e rispetto. Terni è un punto di riferimento per l’attività paralimpica: basti pensare ai Mondiali di scherma ospitati proprio qui”.

Sul fronte scolastico, Mauro Esposito ha messo l’accento sull’importanza dello sport come strumento di formazione: “Il risultato viene dopo. I ragazzi devono crescere attraverso l’attività sportiva, non subirla”.

Le testimonianze: dai campioni ai genitori

L’ex pallavolista azzurro Francesco Biribanti, oggi dirigente e formatore, ha raccontato il suo percorso umano e sportivo: “Lo spogliatoio è una palestra di vita. Oggi sono i ragazzi stessi a confidarsi con noi, non con le famiglie. C’è un vuoto da colmare”.

Infine, toccante la testimonianza di Gianluca Marini, padre di un giovane arbitro aggredito durante una partita: “Non sono i ragazzi il problema. Sono gli adulti. A cercare di colpire mio figlio con un ombrello e ad insultare la ragazza arbitro sono stati due adulti. Non si può giustificare la violenza come frustrazione”.