“Colori, crepe e coraggio: il manifesto di una squadra eterna”

“Colori, crepe e coraggio: il manifesto di una squadra eterna”

Martina Santoro calciatrice della Ternana Women - Foto TernanaNews

Oggi, nella splendida cornice di Palazzo Spada, la Ternana Women è stata ufficialmente premiata per la vittoria del campionato di Serie B femminile, un traguardo storico che segna l’inizio di un nuovo capitolo per tutto il calcio rossoverde.

In un momento carico di emozione e significato, Martina Santoro – una delle anime di questo gruppo straordinario – ha scelto di dare voce al sentimento collettivo della squadra con una lettera aperta intensa, profonda, autentica.

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Un racconto che non celebra solo la vittoria finale, ma soprattutto il percorso fatto per arrivarci: le fatiche, le fragilità, la forza di restare unite e il coraggio di credere.
Un mosaico di emozioni e identità diverse che, insieme, hanno saputo diventare una squadra.

Ecco, di seguito, il testo integrale della sua lettera.

Le facce che vedete oggi, qui davanti a voi, non sono sempre state così colorite e distese.
indossare mille volti, senza perdere mai se stesso.
Queste, sono quelle di chi ha vinto ma anche quelle di chi, per farlo, è stato capace di Chissà perché, delle vittorie, nessuno ricorda mai il prima
Si parla sempre di ciò che è successo dopo, poco di come si è arrivati ad ottenerle.
Chi eri quando hai cominciato?
Ma, soprattutto, chi sei oggi?
Questa storia parte da lontano ed è figlia di sacrifici e ideali profondi;
Della certezza di essere e della volontà di diventare;
Di un disperato bisogno di credere e non cedere il passo.
Perché pensare che un qualcosa sia possibile, aumenterà di gran lunga le probabilità di farcela ed essere predisposti al sacrificio, ti consegnerà le chiavi del destino.
Oggi non è soltanto I epilogo naturale di una stagione brillante, fatta di vittorie, bel calcio e riflettori puntati;
È anche l’occasione buona per ricostruire i dettagli e ricomporre il mosaico.
Siamo tessere di diversa materia e natura;
Tanti piccoli pezzettini impossibili da distruggere, perché già frammentati.
Scelti, in origine, per resistere e rivestire il pavimento ruvido di un castello fragile e solido, al tempo stesso.
Sopravvissuti agli eventi sismici, impermeabili alla pioggia, pronti per i vuoti d’aria.
In questo folle viaggio, ognuno ha sentito il bisogno di portare se stesso sfruttando le varietà, facendole diventare un valore fondamentale dell’insieme.
Dall’idea primordiale, si è passati all epoca del rinascimento, li dove il mosaico veniva considerato una tecnica unica in grado di durare nel tempo, senza perdere la vivacità dei propri colori;
Per il Vasari, una sorta di pittura eterna.
Così come eterno, sarà il ricordo di Fabio, il tassello numero uno, quello da dove tutto è iniziato.
“Non ci siamo scelti”
Sembra retorico e invece è raro, perché quando accade e le cose vanno bene, nessuno lo ammette.
Noi, invece, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo stabilito che sarebbe stato fondamentale sviluppare il più possibile la capacità di unire pezzi di diversa natura e convogliarli in un unica opera,
Che se volevamo arrivare, avremmo dovuto avere il coraggio di partire.
Questa è la vittoria di un tecnico, di uno staff e di un gruppo che nonostante i lontani e diversi punti di partenza, ha imparato ad essere vincente incontrandosi a metà strada e che, per farlo, ha costruito un modo capace di durare nel tempo;
Di una società che mette a disposizione tutta se stessa pur di garantire a chi la abita le giuste dosi di ogni ingrediente, che si spinge oltre e non ha paura di guardare lontano.
Di un amministratore e di una direttrice capaci di trasformarsi in ogni occasione.
Capaci di essere semplicemente Paolo e Isabella.
Di un Presidente che vive costantemente la propria vita come se quel tempo fosse l’ultimo, l’unico a disposizione
Come i minuti di recupero della partita più importante delle sua stagione interiore.
Si adatta, ma non cede alle temperature.
Di un uomo che ha colmato la distanza tra “dire” e “fare”.
Che come il più abile dei surfisti, ha imparato a domare le onde di quel mare di mezzo.
E’ la nostra vittoria.
E parafrasando una vecchia canzone potremmo riassumerla così: 
“Siamo la squadra più bella del mondo
E ci dispiace per gli altri, che sono tristi
Perché non sanno più cos’è il pallone”

Eravamo già rotti, è per questo che siamo rimasti interi.