L'ex presidente federale Carlo Tavecchio è stato ospite, con l'allenatore Andrea Camplone e il giornalista Guido Ferraro di Tuttosport, della rubrica “Pezzi da 90” ideata e condotta da Massimo Boccucci sull'emittente umbra Radio Onda Libera.
Cos'è successo nel calcio italiano in un anno da quando non è più presidente?
“Parlano i fatti, io potrei starmene zitto. Basta guardare cos'è successo in Lega Pro con i recuperi ancora in corso. Non era mai successo nella storia del nostro calcio. La vicenda dei ripescaggi è stata assurda e fuori dalle regole”.
Lei avrebbe firmato, nel giorno dei calendari, la riduzione del format della Serie B da 22 a 19 squadre?
“Non avrei firmato, non l'ha fatto neanche il segretario generale. E' stato un provvedimento che reputo incredibile, sono state cambiate le norme federali nella maniera più difficile da capire e da spiegare”.
Il prospettato passaggio della Serie C a categoria semiprofessionistica è una soluzione obbligata?
“Io ho lasciato nel cassetto un progetto ideale: Serie A con 18 squadre, Serie B con 20 e due gironi da 20 squadre ciascuno di Serie C, quindi il resto a fare da cuscinetto con l'interregionale. Non ci devono essere più di 70 club nei professionisti. Guardate all'estero come sono strutturati i campionati professionistici: basterebbe copiare”.
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