C'è stato un momento in cui Cristiano Lucarelli voleva mollare. Per orgoglio. Ma lo ha messo da parte, l'orgoglio. Il tecnico della Ternana spiega come è arrivato alla firma sul documento degli obiettivi, senza tuttavia risparmiare messaggi in codice, su punti che in effetti non sembrano proprio venuti da lui. Parte dall'effettiva condivisione dei programmi. Dice di sapere cosa vuole la società e cosa desidera anche lui, cioè lottare per la serie A.
«A Bandecchi, ho chiesto se volesse le mie dimissioni. Mi ha risposto che il mio stipendio non lo rende nè ricco e né povero e che se dovesse mandarmi via lo farebbe. Lui è stato bravo, con me. Mi ha preso per il pelo giusto, dicendomi che se avessi mollato sarei stato un codardo. Ho anche pensato che se questo giocattolo funziona è anche grazie a me e al mio staff. Mi sarebbe dispiaciuto se, per il mio orgoglio, fosse finito in mano ad altri. Al presidente ho chiesto con quale Bandecchi mi stessi confrontando. Quest'anno, ho visto tre Bandecchi, quello di Instagram, quello delle interviste e quello che parla con me».
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