In merito alla questio Liberati, ricorda la Ternana, "sono stati messi in opera 3 quintali di seme stolonifero e 30 quintali di sabbia silicia e sono state effettuate 3 bucature del terreno nel periodo novembre 2017/marzo 2018. A questo si aggiunge la concimazione mensile di nitrato di calcio, azotati e di ferro. Inoltre quando è stato impossibile attingere acqua dal pozzo adiacente al Liberati (a fine aprile) sono state utilizzate autobotti con costi a carico della società. Infine è stata creata davanti alla curva San Martino un’area in erba naturale (di circa 2.000 metri quadri) sulla quale si sono svolti numerosi allenamenti, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. In considerazione degli elogi ricevuti in occasione dei sopralluoghi dell’incaricato agronomo della Lega (settembre e novembre 2017) – continua la nota – appare di difficile comprensione il criterio adoperato per la valutazione finale". La Ternana rivendica dunque i lavori fatti, che peraltro – conclude la società – "hanno riguardato la struttura dello stadio nel suo complesso".
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