RassegnaStampa – Il Messaggero – A Gubbio il silenzio di De Canio

Musi lunghi e poca voglia di parlare. La notizia del ricorso respinto dalla Corte d’Appello Federale giunge alla squadra che si sta preparando al riscaldamento in vista del test contro il Gubbio. Allo Stadio Barbetti c’è da giocare il XXV Memorial Mancini che la Ternana si aggiudicherà dopo un’infinita serie di calci di rigore e 90 minuti chiusi in parità (1-1 vantaggio di Defendi, pari di Plescia) tutt’altro che brillanti anche a causa dei carichi di lavoro e per i 120’ giocati domenica scorsa con il Pontedera nel primo turno di Coppa Italia. Ma la partita passa in secondo piano. La Ternana sperava, anche alla luce dell’ottimismo sparso nel corso del pomeriggio dalle dichiarazioni del presidente Ranucci e dell’avvocato Proietti, di poter affrontare la formazione di mister Alessandro Sandreani, figlio d’arte dell’allenatore che negli anni 90 portò il Padova in Serie A, con tutt’altro spirito. Mancano pochi minuti alle ore 20 quando le due squadre entrano sul rettangolo verde per il riscaldamento. La notizia è appena arrivata e ha fatto il giro dello spogliatoio da uno smartphone all’altro. Gli sguardi sono cupi e nessuno ha voglia di parlare. Il direttore sportivo Danilo Pagni e il club manager Paolo Tagliavento si sistemano in tribuna, ma la loro risposta è un garbato e secco “no comment”. I giocatori cominciano a sciogliere i muscoli, devono giocare perchè è il loro mestiere ma si percepisce che ne farebbero volentieri a meno. In campo sembra che la Ternana si porti dietro la sentenza della CAF, pesante come un macigno. Dopo la partita, sembra che De Canio abbia preso malissimo la sentenza della CAF. Da uomo di calcio con lunga esperienza alle spalle, forse più di tutti avverte le conseguenze di questa torrida e pazza estate calcistica giocata più nelle aule dei tribunali che sui campi dei ritiri.