Gabriele Gravina è tornato a parlare a La Gazzetta dello Sport, della Serie B dopo che proprio ieri Mauro Balata aveva dichiarato che il nuovo format sarà a 18 squadre: "La B tornerà a 22, l’ho già detto con chiarezza, a meno che non intervenga una decisione del Consiglio federale con la maggioranza dei tre quarti. Non saranno consentite ulteriori fughe in avanti. Se dovessi percepire minacce di nuovi contenziosi, adotterò tutti i provvedimenti necessari. Detto questo, possiamo stabilire il percorso che porti in via definitiva la Serie B a 20 squadre, con la mia disponibilità a proporre il blocco dei ripescaggi".
Intanto, però, la grande riforma dei campionati è sempre ferma al palo, ancora vittima dei veti incrociati. È un problema tutto politico. Non è arrivato il momento di cambiare strategia? "Ho chiesto aiuto al Governo, ma fino ad oggi sono stati impegnati con altro. Ora sono tornati a concentrarsi sul progetto del semiprofessionismo. Se dovesse passare, scenderemmo a 40 squadre professionistiche (20 in A e 20 in B, ndr), senza spargimenti di sangue. Viceversa, mi troverei costretto ad invocare un commissario ad acta, perché il sistema così non è più sostenibile. Il calcio non è dei presidenti, ma di milioni di tifosi. È a loro che dobbiamo dare certezze. Comunque con le nuove licenze nazionali che abbiamo voluto approvare, vedrete che ci sarà una selezione naturale. Per molte società non sarà facile rispettare l’indice di patrimonializzazione previsto in B e C".
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