Ma perché mai, al di là dei chiari progressi recentemente evidenziati sul piano atletico e tattico, una squadra che vanta soltanto 6 vittorie nelle 36 partite finora disputate e che lamenta la peggiore difesa del torneo (con 61 gol al passivo) dovrebbe vincerne 3 su 6 tra il derby in trasferta di dopodomani e la sfida casalinga contro l’Avellino di venerdì 18 maggio? Ovviamente nessuno dimentica gli 8 punti persi in Zona Cesarini (7 con Pochesci contro Perugia, Venezia, Cremonese e Pescara e uno con Mariani contro la V. Entella) e i gravi errori arbitrali emersi in una dozzina di partite (da quelli di Marinelli nell’esordio interno contro l’Empoli a quelli di Illuzzi nel match di martedì scorso contro il Foggia). Però dopo sei settimi di campionato i numeri sono incontrovertibili e lasciano poco spazio alla speranza. Insomma, le attenuanti esistono (e sono concrete) ma la sorta appare (quasi) segnata. Anche se nessuno sembra intenzionato ad arrendersi senza averci provato fino in fondo. E così le Fere continuano a lottare, ad un passo dal baratro (retrocessione), col sogno di un’impresa straordinaria (salvezza attraverso i play out) o addirittura di un prodigio inimmaginabile (salvezza diretta).
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