“Da questo momento le gerarchie non contano più. Anche perché le mie sono diverse da quelle altrui”. Le dichiarazioni rilasciate da mister De Canio al termine della gara di Ascoli sono inequivocabili. Dopo una sconfitta del genere, tanto brutta (per come è maturata) quanto grave (per le conseguenze in classifica) e con le speranze di salvezza ormai ridotte al lumicino il tecnico materano cambia registro.
Da adesso in poi voglia, temperamento e furore agonistico rappresentano le principali variabili da prendere in considerazione nella scelta della formazione titolare. Anche al di là e al di sopra delle valutazioni di ordine tecnico-tattico. Insomma, se la situazione è (quasi) compromessa è giusto cercare l’impresa (che sarebbe prodigiosa) facendo leva sulla voglia, sulla grinta e sulla determinazione. Ossia sulle armi inspiegabilmente venute meno nei momenti topici del match di sabato scorso. Forse il gol di Padella era viziato da un fallo del marcatore su Rigione. Di sicuro Addae andava espulso per aver scalciato Montalto a palla lontana. Ma con l’uomo in più a metà ripresa si poteva e si doveva fare di più. Molto di più.
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