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RassegnaStampa – CdU – Primo: ritrovare lo spirito del derby

Risollevarsi. Guardando in faccia la realtà e affrontandola con determinazione. Nel giorno più lungo per le Fere, quello che ha visto concretizzarsi la retrocessione in Lega Pro per i rossoverdi, Gigi De Canio è come se avesse voluto mandare da subito, dal fischio finale dell’incontro con la Pro Vercelli risuonato per la tifoseria ternana come una condanna, il messaggio che seppure la serie C è ormai inevitabile, pure da questa si può risalire nel minor tempo possibile. Anche in quest’ottica va con pochi dubbi inquadrata l’esortazione lanciata dal mister in vista della partita di chiusura del campionato con l’Avellino: un match che, anche se non ha più niente da dire da un punto di vista “materiale” per le Fere, a questo punto potrebbe quasi assumere il valore di una dimostrazione: quella che la squadra è pronta ad affrontare il futuro nel migliore dei modi, anche se gli ospiti, lo sa bene De Canio, «giocheranno con ferocia, ma noi vogliamo vincere». Eppure la ferocia – anche questo sa bene De Canio – ormai non può più fare paura ai rossoverdi, non come l’eventualità che la squadra resti preda delle proprie debolezze a volte difficilmente spiegabili, dei propri “appannamenti” che tante volte hanno trasformato un incontro cominciato nel migliore dei modi in una delle numerose delusioni che hanno costellato il campionato. È stato il caso, ad esempio, del rigore fischiato sabato contro i rossoverdi, allorché – sottolinea De Canio – «Statella ha provato a difendere la propria porta, ma è assurdo pensare che non essendo di ruolo gli è concesso l’errore. Ha commesso un’ingenuità». Un’ingenuità sì, ma attenzione: non un errore da archiviare sotto la categoria dell’episodico, quanto da evidenziare sul notes come un problema strutturale, che ha radici profonde perché, spiega ancora il mister, «questa è una situazione che ci portiamo avanti da sempre. Non c’è un’adeguata capacità di lettura delle situazioni. Tutti i difensori sono in difficoltà sui cross che ar- rivano dalle fasce laterali. Probabilmente non sono riuscito a trasferire i giusti concetti ai difensori». Eccolo il punto. Una delle possibili chiavi di volta da tener presente: la squadra non è ancora riuscita a metabolizzare le indicazioni del tecnico, seppure molta strada sia stata fatta. «Mi sembrava che ci fossero i presup- posti per avere una spinta importante dopo il derby» dice infatti il mister. Eppure, «Inconsciamente abbiamo abbassato un po’ il livello di agonismo in campo». Inconsciamente, appunto. E forse proprio da qui De Canio avvierà l’impegnativo lavoro per la risalita. Dalle teste, oltre che dai piedi: recuperando e valorizzando in primis quello “spirito di Perugia” che potrebbe rivelarsi una delle armi migliori per uscire nel più breve tempo possibile dal tunnel.

Stefano Bentivogli

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