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Messaggero – Parma, difesa bunker e ripartenze, è il gioco di D’Aversa

E' primo in classifica, insieme al Bari, il Parma dell'ex giocatore della Ternana Roberto D'Aversa (Stoccarda 12 agosto 1975). Gli emiliani, in grossa ascesa, contano attualmente 29 punti in classifica a monte di 9 vittorie, due pareggi e sei sconfitte (i gol realizzati sono 26 mentre 16 sono quelli subiti, migliore difesa del campionato insieme a quella del Palermo). 

IL SISTEMA DI GIOCO Il Parma si schiera in campo con un classico 4-3-3, quindi quattro difensori in linea, tre centrocampisti, un mediano basso e due mezzali, e tre attaccanti, una punta centrale e due ali molto offensive. 

Il portiere è Pierluigi Frattali, mentre i due terzini sono a destra Pasquale Mazzocchi e a sinistra Riccardo Gagliolo. (in lizza c'è anche l'ex rossoverde Luca Germoni). La coppia centrale è composta da capitan Alessandro Lucarelli (40 anni) e Simone Jacoponi. In mezzo al campo il mediamo regista è Matteo Scozzarella, mentre i due intermedi sono Gianni Munari, ma potrebbe rientrare anche l'ex Perugia Jacopo Dezi, e Manuel Scavone. In attacco assenti i due bomber l'ex rossoverde Fabio Ceravolo e l'Arciere Emanuele Calaiò, entrabi infortunati, giocheranno Yyes Baraye in posizione di centravanti con Roberto Insigne, fratello del più famoso fantasista del Napoli, e Antonio Di Gaudio ai lati.

LA TATTICA Il Parma gioca un buon calcio, equilibrato ma propositivo, anche se di ripartenze. La difesa è organizzata: i quattro sono coordinati, giocano con la linea, e coesi (prendono pochi gol). A centrocampo Scozzarella è quello che fa muovere la squadra, che detta i tempi di gioco, mentre i due intermedi si buttano molto sulla seconda palla (Dezi, se gioca, è molto pericoloso quando si inserisce). In attacca i movimenti sono codificati. Quando gioca Calaiò (ha riportato una lesione di primo grado ai muscoli gemelli circa 20 giorni fa) l'azione tipica del Parma si basa sul contromovimento di palla avanti-dietro-avanti mentre oggi il Parma giocando con tre attaccanti di movimento non c'è una punta centrale vera – cercherà più il gioco in profondità. 

Stefano Bentivogli

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