Nel mondo degli addetti ai lavori della serie B, in tanti sono convinti che Breda abbia compiuto un miracolo facendo conquistare con anticipo la salvezza alla Ternana. Le motivazioni? Tanto per cominciare la squadra. Il tecnico trevigiano ha avuto l'intelligenza e soprattutto l'accortezza di optare per un modulo che non era nelle sue corde, proponendo comunque un'idea di gioco del calcio. Perché miracolo? Perché a questa Ternana mancava qualità in mezzo al campo, non disponeva di rincalzi validi sulle corsie esterne e nel girone di ritorno è venuto a mancare pure l'apporto di Masi che nel momento clou di squalifiche e soprattutto infortuni poteva ritornare assai utile.Ma perché ad un allenatore che è riuscito comunque a centrare l'obiettivo della salvezza, ottenendo anche lo stesso numero di punti di altri predecessori, non dovrebbe essere concessa una chance? Forse perché Breda è una di quelle persone che alle pubbliche relazioni preferisce i fatti. Mai una parola fuori posto anche nei momenti più critici quando avrebbe avuto la possibilità di scaricare le responsabilità verso gli arbitri, la società o la malasorte. Invece niente. Solo parole di elogi verso il gruppo tranne in un paio di circostanze in cui la squadra effettivamente giocò ai limiti dell'indecenza.
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