A fine giugno, subito dopo l'ufficializzazione dell'acquisizione della società, del mister Bandecchi diceva: «Lui è un uomo di strada come me, veniamo da una situazione povera e sappiamo cosa vuol dire sporcarci le mani. Lui mi piace perché è un uomo che ha bisogno di dimostrare tutto quello che vale». Parole di stima confermate pochi giorni dopo, durante la presentazione ufficiale. «Con Pochesci voglio andare a giocare a Cardiff, lui ha un contratto di 5 anni con noi come ce lo aveva a Fondi. La B è per lui, che avanza senza aver mai vinto niente».
Poi il campionato, tra lo scetticismo generale sulle potenzialità della squadra, è cominciato, la Ternana ha iniziato a stupire tenendo testa agli avversari in termini di gioco e, anche se i risultati da subito sono arrivati con il contagocce, Pochesci è riuscito a conquistarsi appieno la piazza. Il 30 settembre, prima volta di Bandecchi al Liberati e terza sconfitta di fila delle Fere contro il Venezia, il patron rassicura: «Pochesci non è in discussione«. Quattro giorni più tardi, nella partita di recupero contro il Brescia (1-1), la Ternana non brilla in campo, ma i toni del patron sono comunque trionfalistici. «Dobbiamo essere contenti, ho visto una squadra che lotta, il sangue agli occhi dei nostri ragazzi e la volontà di confrontarsi con l'avversario. Vuol dire che c'è carattere» dice il patron, confermando di voler andare in serie A in due anni. «C'è un progetto da costruire, dateci tempo». Poi Bandecchi ha continuato a seguire costantemente la squadra, anche se da lontano, è tornato allo stadio per il derby, dove dopo la delusione del pareggio al 91' è sceso in campo vicino al mister per un giro sotto le curve, ma non ha fatto dichiarazioni. Fino all'affondo di domenica, improvviso ma legittimo da proprietario, dopo l'ennesimo pareggio a girone di andata ormai quasi al termine. «La Ternana ha paura del successo – ha tuonato il patron – e continua ad avere forti complessi, non si sente degna di essere una squadra di Serie B. D'altronde se continua così scoprirà effettivamente di essere una squadra da C».
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