A parte il rigore causato da Paolucci allo stadio “Arechi” (fallo di mani) tutte le reti finora incassate in trasferta (9, equamente distribuite tra Salerno, Chiavari e Bari) scaturiscono da grossolani errori individuali, non riconducibili a questioni di natura tattica. Forse in alcune occasioni un modulo più accorto avrebbe consentito di porre rimedio a determinati sbagli ma proprio da tali sbagli nascono le azioni avversarie sfociate in gol (evitabili) al passivo. Insomma, lo schema a trazione anteriore dei rossoverdi (4-2-3-1 a Salerno e soprattutto 3-3-3-1 a Chiavari e a Bari) non determina la scarsa tenuta difensiva, semmai accentua le conseguenze degli errori dei singoli. Dunque le responsabilità dell’allenatore appaiono ridottissime. Tuttavia un certo tipo di calcio (soprattutto il 3-3-3-1 “bielsiano” senza laterali di centrocampo a protezione del pacchetto arretrato) presuppone difensori rapidi che in questa Ternana non esistono, tranne Vitiello (subentrato nel finale a Salerno e titolare contro Cesena e V. Entella). Pertanto prende consistenza l’idea di “coprirsi” emersa dopo la batosta rimediata in terra pugliese.
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