Quando il tecnico romano afferma “… non siamo capaci di gestire e quindi dobbiamo ritrovare le nostre armi migliori…” lascia presagire il possibile ritorno alla formula ultra-spregiudicata (3-3-3-1) utilizzata a Chiavari, a Bari e nel secondo tempo contro il Venezia (con un tris di mezze punte a ridosso del centravanti). La logica sarebbe quella di non snaturare questa Ternana, concepita per un calcio iper-offensivo. Del resto malgrado la conclamata assenza di un attaccante da doppia cifra (si paga dazio al mercato low-cost imposto dalla società) in organico sono presenti trequartisti (Tiscione e Tremolada), attaccanti esterni (Carretta) e punte centrali (Albadoro e Montalto) di buon livello, nonché interni di centrocampo (Tiscione e Varone) in grado di inserirsi in profondità per cercare la porta. Di conseguenza l’eventuale riproposizione delle Fere “a trazione anteriore” (con annessi vantaggi e svantaggi) appare verosimile. Tuttavia per un sistema di gioco così propositivo servirebbero difensori rapidi, capaci di “aggredire alti” e di affrontare efficacemente l’uno contro uno sistematico. Discorso identico con l’adozione (improbabile dal primo minuto) del modulo ancora più spregiudicato (3-3-4) utilizzato nel finale contro il Venezia (col tandem di attaccanti esterni e col doppio centravanti). Comunque non sono escluse altre soluzioni, dal 4-3-1-2 impiegato contro Empoli, Cesena e Brescia al 4-2-3-1 varato a Salerno e riproposto nel primo tempo contro il Venezia, mentre appare del tutto residuale la scelta di un 3-5-2 “abbottonato” (con i quinti di centrocampo).
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