La prima gestione tecnica (20 punti in 22 gare, media 0,90 a partita) è a tratti discreta sul piano del gioco (settimo posto per possesso-palla) ma improduttiva sotto porta (terz’ultimo posto per tiri in porta) e più in generale di risultati conseguiti, anche se il bilancio peggiora radicalmente col poker di sconfitte consecutive rimediato a cavallo del giro di boa (in casa contro Vicenza e Ascoli e in trasferta a Ferrara e Pisa). Il tracollo determina l’esonero di Carbone, peraltro capace in alcune partite (ad esempio nelle vittorie casalinghe contro Novara e Virtus Entella) di mandare in campo una Ternana manovriera e spregiudicata. E comunque pesano in negativo i successi sfumati in extremis (e dal dischetto) a Trapani e al “Liberati” contro il Cesena. Sulla panchina rossoverde approda Gautieri, preceduto da grandi aspettative, subito amplificate dalla vittoria interna (peraltro sofferta) contro il Cittadella. Poi però il tecnico napoletano rimedia 6 battute di arresto in rapida successione (in casa contro Perugia, Latina e Pro Vercelli e in trasferta contro Spezia, Bari e Hellas Verona) che fanno precipitare la situazione, con la Ternana ultima a quota 23, con 3 punti di svantaggio sul Trapani penultimo e 7 sul Vicenza terz’ultimo. Inspiegabile il fallimento dell’ex trainer della Virtus Lanciano, che probabilmente paga dazio al suo integralismo tattico (4-3-3 con Falletti decentrato sulla sinistra) e ad alcune scelte discutibili (Palombi titolare soltanto contro il Latina e Di Noia inspiegabilmente relegato in tribuna contro la Pro Vercelli). E poi arriva Liverani, che trasforma in positivo le Fere, guidandole nella rimonta imperiosa (26 punti in 13 gare, media 2 a partita) sfociata in una memorabile salvezza all’ultimo tuffo. Impresa straordinaria, caratterizzata da numeri impressionanti, con 8 vittorie (3 esterne a Novara, Vicenza e Ascoli), 2 pareggi e 3 sconfitte, con 19 gol realizzati e 11 subiti.
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