Così sì. Solida in difesa, ben organizzata a centrocampo e aggressiva. È la vittoria della Ternana che piace a tutti, che ha strapazzato quel Vicenza di Marino tanto efficace fuori casa.
Il vantaggio dei rossoverdi è arrivato presto ed è stato più che meritato, visto che il gol annullato a Furlan era regolare. Ma non solo per quello: la Ternana era parsa in palla fin dall’inizio e si era fatta vedere più di una volta, pericolosamente, dalle parti di Vigorito. Il vantaggio sarebbe dovuto arrivare prima, così come il raddoppio. Nella prima frazione di gioco, infatti, i veneti sono parsi in balia di Vitale e compagni al punto che avrebbero potuto guadagnare gli spogliatoi con un punteggio più penalizzante. Però ai rossoverdi sono bastati cinque minuti della ripresa, per chiudere i conti. Bello il gol di Falletti. Inconsistente il Vicenza, non essendo andato oltre qualche spunto dei suoi attaccanti. E se gli uomini di Breda fossero stati più cinici, ci saremmo ritrovati a parlare di un quattro a zero. La Ternana è piaciuta a tutti per la cattiveria, per il pressing alto, per la concentrazione, per aver creato tante occasioni. Per aver tirato fuori gli attributi, per aver imposto il gioco e i ritmi. Per non aver mai dato la sensazione di rischiare o di compromettere il vantaggio acquisito.
Merita un commento anche la direzione di gara. Come sempre. Incomprensibile la gestione dei cartellini, con i gialli che sono fioccati sui rossoverdi per falli meritevoli al massimo di un richiamo. Non è valsa la stessa cosa per il Vicenza, che si è vista ammonire il primo e unico giocatore dopo 83 minuti di gioco. Inevitabile la reazione dello stadio, tutto (tutto) in piedi ad applaudire ironicamente Aureliano. Come è possibile che a Terni, per un motivo o per l’altro, ci ritroviamo sempre a farci mille domande sull’arbitro e i suoi assistenti? Memorabile anche la scena finale, quando Aureliano – guadagnando il tunnel degli spogliatoi – ha guardato con aria di sfida (si fa per dire) la Curva Est. Brava anche per questo la Ternana, insomma. Per essere rimasta in undici, nonostante i cartellini rimediati, e per aver tenuto i nervi saldi.
Dopo la trasferta di Crotone, in questa rubrica, avevate letto giudizi abbastanza duri. Com’è giusto che sia, se mi è permesso: le partite vanno commentate una ad una. Senza buonismi o critiche prevenute, perché non serve a nulla. Se le fere sbagliano è bene rimarcarlo, un fischio non ha mai ucciso nessuno. Quando fanno la partita perfetta, come ieri, è onesto farle tutti gli elogi e gli applausi del mondo.
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