La serie B è strana ma la Ternana di più. In un campionato così lungo, che col passare delle settimane ribalta situazioni, toglie certezze, condanna e poi riabilita interpreti, la squadra rossoverde si aggiudica la palma della più pazza. La decima sconfitta casalinga, in una partita importantissima come quella contro la Pro, aveva azzerato umori e seminato panico. La Ternana s’era dimostrata viva, ma non era bastato a guadagnare i punti né la fiducia dei tifosi. Dieci sono tante, troppe. L’ingresso in zona playout aveva oscurato tutto il resto. In quelle situazioni non contano i tiri e gli episodi che girano male, conta segnare e basta. Far punti e rialzare la testa.
Modena-Ternana si presentava come una una sfida da brivido, una battaglia che nessuna delle due squadre avrebbe voluto ritrovarsi a combattere. Morte tua vita mia: due squadre impaurite e chiamate per l’ultima volta a reagire. Erano in pochi a credere veramente nell’ennesima impresa da trasferta, che poi è arrivata a sugellare un rendimento esterno incredibile. Nell’ultima apparizione della stagione lontano dal Liberati, quella decisiva, la Ternana ha scritto l’ultima pagina da regina da trasferta, ferendo a morte gli emiliani. Un graffio forse fatale, un’impresa preziosissima. L’ultimo atto di una squadra nomade che ha reso meravigliosi i viaggi di chi quest’anno l’ha sostenuta fuori da Terni.
Che goduria, che liberazione. Per noi che siamo abituati a incontrare squadre che non ti regalano la partita neanche se già promosse o retrocesse, andare sotto dopo mezz’ora in una gara del genere (su autogol per giunta), sembrava scritto nel destino. Tribolare fino alla fine, anche in un giorno in cui poi la spunti, è la ragione per cui siamo stati messi al mondo. Ma che goduria ribaltare tutto e prendersi una fetta di salvezza. La curva al Braglia ha rispecchiato l’andamento della partita, è stata un susseguirsi di stati d’animo. Ora spenta, ora trascinata dal risveglio della Ternana. La curva al Braglia alla fine è stata una scarica di abbracci, baci, è stata goduria e liberazione.
Il finale è per la squadra e il suo allenatore. Nel momento in cui tutto sembrava dovesse andar male, questo staff è riuscito ancora una volta a reagire. Con il lavoro. Tanto di cappello. Soprattutto, ancora una volta, per il sudore versato sulla maglia. Una Ternana, quella di quest’anno, con tutti i difetti che volete. Costruita male e poi neanche aggiustata da chi di dovere. Spesso a corto di personalità, spesso di uomini e di idee. Ma mai morta. Questa è la vittoria di chi ha sempre dato tutto, anche quando tutto girava male. E’ la vittoria di una squadra che si è sempre guadagnata il rispetto della piazza con l’atteggiamento. Una squadra di signori, perché siamo stati abituati a vedere anche squadre piccole in tutti i sensi. Una squadra che dopo i fischi e gli insulti di una settimana fa, è andata a condividere la sua gioia sotto la curva del Braglia. Con i tifosi. Grazie ragazzi e godetevela. Godiamocela. Da domani pensiamo al Varese.
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