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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Novara-Ternana

Tengo la difesa. Mai come oggi un reparto in emergenza, senza il capitano, senza possibili sostituzioni, con un Martin Valjent in un ruolo inedito e di non facile gestione. Eppure il pacchetto arretrato rossoverde ha tenuto botta, con una buona prestazione da parte di tutti, con una coppia di centrali ormai più che affiatata, e con una menzione d’onore proprio per Martin Valjent, che fatica e si sacrifica, ma alla fine scopre di saper fare anche il terzino sinistro.
Tengo Falletti che fa otto. È ancora lui ad aprire le danze, ancora Cesar a far gonfiare la rete, per l’ottava volta in stagione. Molti dei 36 punti della Ternana sono passato dai suoi piedi, dalle sue gambe veloci, dalla sua corsa, così come (permettetemelo) dai giantoni di Mazzoni, anche lui anche oggi fondamentale.
Tengo il lavoro dei mediani. Oggi sono stati costretti agli straordinari; d’altronde una mano in difesa era necessaria. Coppola e Busellato di certo non si sono fatti trovare impreparati e hanno risposto “presente”, facendo al meglio da filtro e non disdegnando nemmeno i ripiegamenti; tutto senza rinunciare a smistare palloni in attacco.
Butto la fatica iniziale. Più che possibile il fatto di poter soffrire contro i quinti in classifica, probabilmente peró abbiamo fatto un po’ troppa fatica. Vuoi il timore di sbagliare e di prenderle, vuoi che comunque il Novara non è certo sceso in campo scarico o arrendevole, sta di fatto che inizialmente hai pagato lo scotto. La forza di una squadra, però, sta anche in questo, nel riuscire a soffrire tutti insieme e ad uscirne tutti insieme, anche se questo crea qualche apprensione in più.
Butto alcune decisioni arbitrali. È stata una partita particolare sotto questo punto di vista, dal momento che Saia e i suoi collaboratori hanno alternato decisioni giuste a decisioni discutibili. Senza dubbio quello che lascia maggiori dubbi è la concessione di alcuni corner: fortunatamente non hanno inciso sul risultato finale e sulla conquista dei tre punti, ma alcune decisioni hanno innervosito un po’ la partita.
Butto il fallo di Galabinov. Come per l’entrata di Gabionetta, ma aggravato dalla volontarietà, un fallo inutile e pericoloso. Calpesta Coppola già a terra e finge che non sia successo nulla, stupendosi (o meglio fingendo di stupirsi) del cartellino rosso; bravo Coppola a non reagire.

Marina Ferretti

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