Ternana puoi fare di più: i numeri dicono che si può crescere

Claudio Bellucci e Fabio Liverani - Foto Ternana Calcio
Va bene che la Ternana ha iniziato tardi la stagione, va bene che ci sono state difficoltà societarie e che la squadra è ancora in fase di costruzione. Ma guardando il percorso fin qui e analizzando le prestazioni, emerge con chiarezza una cosa: questa squadra ha ancora ampi margini di miglioramento, sia in senso generale che nelle singole partite.
Il primo posto in classifica è ormai fuori portata, così come il secondo. Ma proprio per questo, l’obiettivo deve essere quello di provare a crescere il più possibile, anche nell’ottica di provare a raggiungere i playoff nelle condizioni migliori e con un piazzamento che possa rendere il percorso meno complicato. Per farlo, serve consapevolezza. E i numeri possono aiutare a costruirla.
Prendiamo ad esempio l’ultima partita. Certamente un risultato positivo, ma non il massimo che la Ternana avrebbe potuto ottenere. Da quella partita possiamo trarre molte indicazioni che ci indicano dove la Ternana potrebbe migliorare ancora. Per dare ancora più tono alla propria stagione, per fissare nella testa un obiettivo (anche difficilissimo da raggiungere) ma che dia sale all’annata.
Nel match contro il Forlì, la Ternana ha perso molti palloni, quasi un record stagionale. Allo stesso tempo, le palle alte recuperate (cioè nella trequarti avversaria) sono state poche. Questo indica che la squadra è stata poco aggressiva: ha concesso troppo e non è riuscita a portare la pressione necessaria in avanti. Per magari poter recuperare in fretta il pallone. È una questione figlia certamente di un piano gara più attendista rispetto alle altre gare e contemporaneamente di una ferocia che non si è vista in maniera costante durante la partita.
Proseguendo nell’analisi dei dati ci siamo concentrati sul confronto dei duelli: ed emerge un’altra considerazione. A sinistra ci sono i duelli generali, sia offensivi che difensivi: non è un dato alto, anzi, la Ternana ha fatto meglio in altre occasioni. Il dato più “strano” però è quello dei duelli difensivi: contro il Forlì è il più basso della stagione.
Potremmo definirlo un segnale chiaro di quanto quella ferocia di cui parlavamo qualche riga fa sia venuta meno. Il fatto di non avere un dato alto nei duelli generali poteva dipendere dalla fase offensiva (magari meno efficaci nei dribbling o negli uno contro uno in attacco), ma aver scorporato la fase difensiva ci ha mostrato l’altro lato della medaglia: una Ternana meno efficace del solito in fase difensiva. Questo non ha comportato gravi pericoli dalle parti di D’Alterio, ma forse la dinamica che ha portato al gol è figlia proprio di questo atteggiamento: da una rimessa laterale una serie di piccoli errori che hanno portato poi al vantaggio del Forli.
La terza area osservata riguarda la gestione del pallone. La Ternana fa ricorso ai lanci lunghi, certamente più che nella passata stagione. E questo evidenzia una strategia precisa: la Ternana si affida meno a una manovra ragionata per avvicinarsi all’area avversaria, ma ricorre con frequenza alla soluzione diretta (lancio lungo o cross). Questo tipo di scelta comporta inevitabilmente un maggior margine di errore certamente più alto, e allora anche qui dobbiamo combinarlo con il dato precedente, quello dei duelli. Una squadra in grado di poter utilizzare questo tipo di strategia tattica, ha quasi la necessità di essere più aggressiva nei duelli (e quindi non solo sul lancio che arriva da dietro ma anche sulle seconde palle) visto che che viene utilizzata con frequenza.
Infine l’intensità del pressing. Nella lettura di questo dato, più alta è la percentuale, meno efficace è l’aggressione portata in fase di non possesso. Contro il Forlì il valore del PPDA ha superato il 17,6, uno dei più alti della stagione, indice di un pressing poco convinto che chiude il cerchio con uno dei primi dati e con quello dei duelli: meno vinti e lontani dall’area di rigore avversaria.
In sintesi, la Ternana ha ancora margini di miglioramento. E non è semplicemente una questione di qualità della rosa, ma – come spesso sottolinea Liverani – di costruzione proprio della squadra e della sua identità, che ovviamente non può che essere partita in ritardo. Ma c’è ancora tempo per recuperare e costruire una squadra e una mentalità vincente. Questi dati confermano che la squadra può crescere ancora molto e l’obiettivo stagionale, sul campo, non può che essere quello di fare il massimo.