Stadio-clinica, la Regione fa chiarezza: «Nessuna volontà di penalizzare Terni»
Stefania Proietti presidente della Regione Umbria
I cinque punti della Giunta regionale
Nel comunicato, la Giunta ha elencato cinque elementi per chiarire la propria posizione:
1. Legalità prima di tutto. La Regione agisce – si legge – “in base al principio di legalità degli atti”. Per questo motivo, su proposta dell’Avvocatura regionale, è stato dato mandato di interessare i giudici amministrativi affinché si esprimano sulla vicenda.
2. Attenzione per Terni e per il suo sviluppo. L’esecutivo regionale rivendica di aver “investito come mai fatto prima” sulla città, ricordando progetti come la costruzione del nuovo ospedale e altre iniziative mirate alla tutela e alla creazione di posti di lavoro nel territorio ternano.
3. Stop alle mistificazioni. Secondo la Giunta, “mistificare la vicenda stadio-clinica significa solo compiere strumentalizzazioni che danneggiano la comunità”, mentre “i toni esagerati rischiano di colpire l’immagine della città e delle istituzioni”.
4. Dialogo con la Ternana Calcio. La presidente Stefania Proietti ha contattato telefonicamente la presidente della Ternana Calcio, Claudia Rizzo, per spiegare le ragioni del ricorso e concordare un incontro “a stretto giro”. La Regione ha sottolineato che la decisione “non va contro la squadra o la città, ma rispetta semplicemente il principio di legalità” e le parti hanno “concordato di vedersi a stretto giro”. Come anticipato da TernanaNews la data scelta per il primo faccia a faccia tra la presidente Proietti e la famiglia Rizzo sarà martedì 28 ottobre (LEGGI QUI).
5. Apertura ai tifosi. La Giunta ha infine annunciato che riceverà a breve il Coordinamento Clubs rossoverdi, dichiarandosi disponibile a incontrare tutte le rappresentanze della tifoseria per un confronto diretto e trasparente.
«Nessuna volontà di penalizzare Terni»
La nota si chiude con una precisazione netta: “Non esiste alcuna volontà di penalizzare Terni, anzi è esattamente il contrario”. La Giunta ribadisce che la questione “è ora nelle mani del TAR”, chiamato a decidere sulla legittimità o meno degli atti amministrativi.
