Aveva detto, Simone Longarini, che sarebbe stato presente e che ci avrebbe messo la faccia in questa "nuova" avventura in rossoverde. E allora dopo un avvio di stagione che recita "1 punto in classifica dopo 3 giornate", ha voluto subito far sentire la propria voce.
La delusione è palpabile ed evidente nelle parole del patron, soprattutto, come dice direttamente lui "per l'atteggiamento di sufficienza e presunzione, specialmente in superiorità numerica". E' il pensiero del numero uno, è il pensiero di tanti tifosi della Ternana, visto che lo stesso Longarini sottolinea come le potenzialità della squadra messa a disposizione di Toscano è stata costruita secondo le indicazioni tecniche ricevute (si presume dallo stesso allenatore). E' quello che molti (se non tutti) hanno detto alla conclusione della campagna acquisti: nonostante la partenza ad handicap per le note vicende societarie la Ternana ha comunque assemblato una squadra di categoria con delle buone potenzialità.
Queste prime partite però sono bastate a Longarini per emettere un vero e proprio aut aut: o si vince, tirando fuori gli attributi, oppure verranno prese delle conseguenze. Ecco quello che ci chiediamo è che tipo di conseguenze ci saranno. Longarini è più arrabbiato con la squadra che non ha buttato in campo quello che invece c'era stato contro il Cagliari o se invece (volendo leggere maliziosamente fra le righe) non sia invece imputabile (la rabbia) alle scelte di Toscano.
A voler essere ancora più chiari le conseguenze saranno un'altra strigliata pubblica con per esempio un ritiro a tempo indeterminato (visto che comunque il calendario non è certo agevole) oppure è già finita la luna di miele con l'allenatore che quindi è già sotto esame?
A vederla così sembrerebbe comunque una presa di posizione molto netta. Avendo conosciuto in questi mesi Longarini, molto deciso nelle sue scelte, comunque ci sorprenderebbe una soluzione così drastica. Soprattutto così presto. Sarebbe strana e aprirebbe la strada a molti interrogativi: basta una sconfitta del genere a mettere in discussione in lavoro di un allenatore che la proprietà consceva benissimo e che ha scelto con grande fermezza prima di tutto e tutti?
A logica nel mirino di Longarini c'è l'atteggiamento della squadra, una presunzione che non si addice ai colori rossoverdi. Il patron punta sull'orgoglio, punta a scuotere l'ambiente e a responsabilizzare il gruppo. A dirgli: siete forti, dimostratelo. Altrimenti prenderemo provvedimenti. Basta che però la voglia di far bene non metta in discussione per forza tutto.
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