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Le 5 cose che abbiamo imparato da Ternana-Avellino

1. Liverani fa pretattica ma poi cambia il minimo indispensabile.

Abbiamo imparato che all’allenatore della Ternana piace fare pretattica ma alla fine le novità di volta in volta si riducono al minimo indispensabile. Sabato aveva messo in dubbio addirittura la presenza dal primo minuto di Rossi al posto dello squalificato Germoni. Una tattica, quella portata avanti in queste settimana dall’allenatore che probabilmente fa più bene ai suoi che male agli avversari. Liverani però è uomo di parola. Aveva detto: “Ho visto qualcuno di quelli che è stato fuori lavorare molto bene” e lo ha premiato come dimostra la partenza dal primo minuto di Simone Palombi. Tornando alle scelte il sistema di gioco è rimasto lo stesso e non è cambiato come paventato dallo stesso allenatore mentre i volti nuovi sono stati appena 3: Diakite per Valjent, Rossi per Germoni e Palombi per Monachello. Il minimo indispensabile

2. Avenatti sa calciare i rigori.

Abbiamo imparato che Felipe Avenatti è un buon rigorista. Contro l’Avellino ha trasformato il quarto rigore su cinque calciati. C’è però rammarico. Contro il Verona il centravanti rossoverde ha fallito l’unico penalty della stagione. Un errore che potrebbe aver segnato il campionato della Ternana perché arrivato sull’1-0 per i padroni di casa. Con questo gol Avenatti sale a quota 10 centri stagionali e per la seconda stagione da quando è in Italia ha raggiunto la doppia cifra.

3. Controllo in area e tiro: Palombi non sbaglia (quasi) mai.

Abbiamo imparato che Simone Palombi in area di rigore ha una percentuale realizzativa molto elevata. Ma c’è di più perché contro Entella, Brescia e Avellino la punta ha realizzato tre gol molto simili tra di loro. In area di rigore, controllo di destro e tiro sempre con lo stesso piede. L’unico diverso il primo, quello messo a segno all’Arechi di Salerno. In quella circostanza il gol è stato realizzato con un colpo di testa in anticipo sul primo palo.

4. Bari ed Avellino, guai ad abbassare la guardia.

Abbiamo imparato che non bisogna mai abbassare la guardia altrimenti si rischia la figuraccia. Bari ed Avellino ne sanno qualcosa. I pugliesi nello scorso turno hanno perso e male a Trapani. Gli irpini hanno fatto lo stesso al Liberati. Cosa accomuna le due formazioni? I post, scherzosi apparsi sui vari social nei giorni che hanno preceduto le rispettive partite. Floro Flores e compagni si sono divertiti ad acquistare prima e montare poi il rosone di una delle docce dello spogliatoio del San Nicola. Ardemagni invece ha avuto la testa impegnata soprattutto a studiare una nuova esultanza. Per lui doppio rammarico. Il gol è arrivato ma solo sul momentaneo 3-1.

5. La Ternana non è morta.

Abbiamo imparato che non è ancora arrivato il momento di scrivere la parola fine al campionato della Ternana. Certo la corsa alla salvezza è sempre difficile ma la vittoria contro l’Avellino consente ai rossoverdi di mantenere viva la fiamma della speranza. Le penalizzazioni delle altre sono dietro l’angolo e proprio per questo la Ternana è obbligata a fare punti nelle prossime due sfide in esterna. Senza sarebbe spacciata. Il Trapani è l’esempio da seguire.

Alessandro Laureti

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