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Le 5 cose che abbiamo imparato da Foggia-Ternana 1-1

1.Il gioco c’è, i 3 punti non ancora

Abbiamo imparato che il gioco della Ternana c’è eccome, anche se non basta ancora per vincere una partita. Ma anche stavolta la Ternana dimostra di essere compatta e di praticare uno dei migliori giochi della categoria. Anche stavolta una mole di palle gol realizzate che però gli attaccanti (a turno) non sono riusciti a concretizzare. Il percorso di crescita continua, Pochesci dimostra di essere bravo anche in campo (non solo pirotecnico a parole, nonostante il silenzio in settimana) ma manca quel piccolo gradino in più da fare per essere più tranquilli. In classifica e in ottica derby.

2. Montanto abulico, Finotto ancora assente all’appello… così è dura

Abbiamo imparato che Andriano Montalto ha smarrito la strada. L’attaccante siciliano contro il Foggia è parso poco incisivo. Entrato dopo 15 minuti al posto di Albadoro (peraltro senza avere pantaloncini e parastinchi, ecco perché è stata tardata la sostituzione) è stato sostituito alla mezzora della ripresa da Candellone. E’ una bocciatura soprattutto per chi era arrivato in prova e con l’atteggiamento (che ora sembra cambiato) aveva convinto Pochesci e Evangelisti. La salvezza della Ternana passa inevitabilmente per lui e queste “pause” non può permettersele. Come Finotto: contro il Foggia, Pochesci, lo ha gettato nella mischia a sorpresa dal primo minuto. L’attaccante ha avuto due occasioni importanti per portare sul 2-0 la Ternana e le ha sbagliate. Si è dato da fare, ha corso ma questo non può bastare. Evangelisti alla vigilia ha provato a spronarlo dichiarando “All’appello manca ancora Finotto che per noi può essere devastante”. Peccato, contro il Foggia non lo è stato.

3. La Ternana non vince da un mese ma guadagna una posizione

Abbiamo imparato che la Ternana non vince da un mese. L’ultimo successo risale al 14 ottobre quando i rossoverdi hanno battuto al Liberati lo Spezia 4-2. Cosa è successo nel frattempo? La squadra ha trovato l’equilibrio tanto agognato ma ha anche messo in mostra i limiti, soprattutto in attacco. Un reparto con poca qualità (lo ha detto pure Pochesci) e una difesa che pur subendo meno continua a commettere sbavature. Il lato positivo di tutto questo periodo? Che i rossoverdi hanno perso una sola volta e dopo l’ultima giornata hanno addirittura guadagnato una posizione in classifica. E comunque una consapevolezza diversa rispetto alla prestazione in campo

4. La paura di perdere gioca brutti scherzi

Abbiamo imparato che la paura gioca brutti scherzi in casa Ternana. Subire il gol dell’1-1 al 19’ della ripresa ci sta. Ma da li a chiudersi a riccio a difesa della porta non è salutare. La Ternana ha pensato di poter far male ai foggiani di rimessa ma sia per la spinta dei tifosi di casa, sia per un po’ di calo fisico i rossoverdi non ci sono riusciti. Anzi, hanno rischiato di subire il 2-1 che sarebbe stato psicologicamente devastante. E’ stata la paura di perdere? Di sicuro sembrava una squadra diversa rispetto a quella dei primi 65 minuti

5. Pochesci dalle “esternazioni” all’improvviso “mutismo”

Abbiamo imparato che Sandro Pochesci ha perso la parola. Nessuna polemica, solo una pura constatazione. L’allenatore è rimasto in silenzio alla vigilia e nell’immediato post partita di Foggia. Un silenzio incomprensibile. Le sue “esternazioni” gli sono costate due scuse ufficiali in appena 14 giornate di campionato (Don Ciotti e Nazionale, ndr). Ma Pochesci è l’allenatore della squadra e non l’ultima ruota del carro, uno dei protagonisti di questa Ternana targata Unicusano. “Il mister è molto arrabbiato” ha spiegato il ds Evangelisti nel dopo partita. Se per una settimana l’allenatore non parla non succede nulla, ma se fosse un’indicazione che arriva da presidenza e proprietà (qualunque fosse il motivo) sarebbe un altro caso da evitare…

Alessandro Laureti

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