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La Ternana e la sindrome di Clark Kent

La sconfitta casalinga contro l'Avellino ha riportato la Ternana e i suoi tifosi di nuovo coi piedi ben piantati a terra, nel caso qualcuno avesse pensato di staccarli troppo.

I rossoverdi soffrono di una strana sindrome, che per comodità e per rendere l'idea chiameremo sindrome di Clark Kent. Il nome, si capisce, lo prende dalla versione umana di Superman, Clark, un ragazzo semplice e ingenuo, all'apparenza anche un po' imbranato, che al momento del bisogno si trasforma in un supereroe potente e inarrestabile. Ecco, la Ternana subisce la stessa trasformazione, di giornata in giornata veste i panni dell'uno o dell'altro. 

Contro l'Avellino, purtroppo, è stata una Clark Kent: ha lasciato troppo gioco agli avversari, è stata un po' impacciata e troppo frettolosa e imprecisa, per quanto ci abbia messo irruenza. Quello che stona, comprensibilmente e sinceramente, è la Ternana Superman vista a Latina, quella che non ha mai perso la testa, che ha saputo recuperare quando i padroni di casa ci hanno raggiunti sull'1-1, che ha saputo impostare il gioco con grande tranquillità e freddezza, che non si è fatta spaventare dalla distanza in classifica e ha portato a casa tre punti inattesi. 

Non è la prima volta, quest'anno, che i rossoverdi mettono in luce questa discontinuità, fino ad ora soprattutto di risultati, dopo la partita di sabato anche di prestazione: soltanto dall'arrivo di Roberto Breda in panchina, non siamo mai riusciti ad infilare due risultati utili consecutivi. Dopo la vittoria, all'esordio contro il Novara, è arrivata la sconfitta a La Spezia, quanto non pienamente meritata; si è vinta e stravinta la partita casalinga contro il Bari, che sarebbe dovuta essere un punto di ripartenza, ed invece il turno successivo si è incappati nella batosta del derby, e poi nell'ultimo giro di montagne russe che ben sappiamo. 

Quello che servirebbe alla Ternana, adesso, è certamente una continuità di risultati e prestazioni, servirebbe rialzarsi a Pescara, con una grande partita, e poi riuscire a mantenere la rotta, mettersi alle spalle il periodo dell'altalena e iniziare a dare un filo logico al campionato. Lungi dal pretendere che si vincano tutte, sarebbe irrealistico e francamente presuntuoso, ma giusto e comprensibile aspettarsi di giocarle tutte per vincere, di vedere in campo la stessa squadra vista col Bari o al Francioni. 

Quello che servirebbe, ora e per tutto il campionato, è una Ternana che, come Clark Kent, prenda coscienza delle proprie potenzialità ma anche dei propri limiti, che impari a star lontano dalla sua kriptonite ma senza restarne paralizzato all'idea, che finalmente impari a conoscersi e a gestirsi, perchè sicuramente la Ternana, quella vera, non è quella di sabato. 

Marina Ferretti

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