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EESCLUSIVA TN – L’ex capitano delle “fere” Fabrizio Fabris: “Stagione superlativa per i giovani difensori rossoverdi”

Fabrizio Fabris, classe 1968, è stato uno dei centrocampisti più importanti del recente passato rossoverde, collezionando con la maglia delle fere tra il 1997 e il 2002 ben 165 presenze con 14 gol all’attivo. In questa stagione è tornato alla Ternana, con l’incarico di allenatore dei Giovanissimi Nazionali. Queste le parole dell'ex rossoverde alla redazione di Ternananews.it:

Mister, un bilancio di questa avventura calcistica con i giovani del vivaio? Sicuramente è stato più che positivo. E’ stato un gruppo che si è formato ex novo e che non aveva mai affrontato un torneo nazionale, disputando prima di questa stagione tornei regionali. I ragazzi sono stati bravissimi sul piano mentale e dal punto di vista della concentrazione: si sono impegnati alla grande con tanta voglia di fare e moltissima applicazione durante gli allenamenti. Io sono super soddisfatto di come sono andati, lo dimostrano i risultati, il gioco espresso, e soprattutto il fatto che si è creato uno spogliatoio di grande armonia e allegria".

Sei tornato a fare il tecnico dopo un anno da dirigente. Come ti sei trovato? “Non avevo mai allenato nei settori giovanili,  bensì avevo avuto esperienze in prime squadre. E’ stata un’esperienza molto bella, stimolante perché mi sono confrontato con giovani di 15 anni e quindi sono orgoglioso”.

Riguardo al futuro, rimarrai alla Ternana?Non so nulla. Per adesso stiamo facendo dei tornei e continuiamo a provare dei ragazzi, ne stiamo valutando circa 200, molti di loro sono ternani”

Un giudizio sul livello dei vivai italiani? “Penso che in questi anni tanto si è fatto ma ancor di più si può fare per far crescere i ragazzi dei settori giovanili dilettantistici e professionistici della nostra penisola. Secondo me il punto di partenza è dare spazio alle professionalità di allenatori e dirigenti. Questo sport ha un linguaggio particolare che va espresso in un modo soltanto:  per far crescere i ragazzi bisogna agire con professionalità e competenza, dedicandosi ai loro percorsi calcistici dai 12 ai 17-18 anni. Inoltre credo che il percorso finale di crescita vada giudicato a 22 anni come succede in Inghilterra. Nel nostro paese invece, i ragazzi meno bravi vengono mandati a giocare nelle categorie inferiori a 17-18 anni.  Per questo motivo auspico che anche in Italia venga introdotto al più presto il campionato riserve. Per concludere, a livello giovanile non serve approssimazione e passione, bensì competenza”.

Parliamo ora di Ternana. Come giudichi il campionato del team di Toscano? Penso che era importante la permanenza in serie B senza tante sofferenze per confermare la crescita del progetto. E credo che l’obiettivo sia stato pienamente centrato. Certo, hanno inciso, a mio parere, i tantissimi infortuni. Reputo eccezionale il lavoro fatto dallo staff tecnico in questa stagione, soprattutto nel trovare un grande equilibrio. La vicinanza e la competenza della società inoltre hanno fatto sì che non si perdesse la via giusta, cioè quella che ha portato alla salvezza”.

Per quanto riguarda i singoli chi secondo te è stato il migliore? La linea difensiva per me è stata una sorpresa, con dei giovani che non erano le prime scelte del mister che poi si sono invece dimostrati all’altezza della situazione. Il più determinante è stato il portiere Brignoli, ma poi credo che Meccariello, Brosco e Fazio hanno disputato un buonissimo torneo. Inoltre questi tre calciatori secondo hanno margini di miglioramento e possono reggere bene la categoria. C’è stata una presa di coscienza nelle scelte da parte della società sui giovani e sono sicuro che la dirigenza investirà su di loro anche nel futuro”.

Infine, c’è un giocatore attuale italiano che somiglia a Fabrizio Fabris? Durante la mia carriera ho svolto quasi tutti i ruoli, dall’attaccante al centrale di difesa. Sono stato un calciatore “universale”. Sinceramente non lo so se ci sia un giocatore che mi somiglia faccio fatica ad accostarmi a qualcuno e quindi lascio giudicare agli altri”.

Giacomo Papini

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