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Bojinov: “Sogno la Serie A poi sarò direttore sportivo. L’esultanza nel derby e i miei errori in carriera…”

Nel corso del Pentasport di Radio Blu, è intervenuto l’ex viola e attaccante della Ternana, Valeri Bojinov, per raccontarsi a tutto tondo: "L’esperienza a Terni? Il mio obiettivo ed il mio sogno è di fare bene qua per rilanciarmi e per tornare dove credo sia il mio posto: in Serie A. La Serie B è molto diversa rispetto alla massima serie perché è molto fisica e molto chiusa. Non mi sento di dover restare in Serie B ma la realtà è questa e mi sono messo a disposizione della squadra e del mister. A volte mi guardo indietro ma non voglio ritornare su quello che è successo, la vita va avanti. Cerchiamo di fare sempre meglio. Non mi ritengo vecchio ma a volte quando sei giovane ragioni d’istinto, mentre ora pensi molto di più prima di agire. In campo bisogna essere un esempio per lo spogliatoio, per i compagni e per la società. Ci sono tanti bambini che ci guardano e ci emulano".

Un episodio felice ed un episodio triste nella carriera: "Da calciatore ho avuto momenti belli e momenti difficili. Il momento più difficile sono stati i due infortuni che ho avuto al Manchester City. Persi due anni di carriera. Spero di poterli recuperare. Il momento più bello è fuori dal campo: la nascita dei miei due figli. Zeman? Prima di poterlo abbracciare devi sudare tanto. La sua fiducia l’ho guadagnata solo alla fine ma meglio tardi che mai. Poi dal Lecce sono passato in una grande società come la Fiorentina. Il mio rapporto con Firenze? Quando sono arrivato mi hanno accolto molto bene. Cerco sempre di fare bene con qualunque maglia. Con la Fiorentina ho attraversato momenti bellissimi come la stagione 2005/2006, un anno meraviglioso. Poi arrivò Calciopoli. A Firenze ammetto di aver sbagliato, sono stato troppo istintivo. Fuori dal campo bisogna usare più la testa e pensare tante volte alle cose da fare e dire. Non ci si può arrabbiare alla prima occasione, bisogna rimanere sereni e tranquilli perché ogni minimo errore si paga. Se potessi tornare indietro certi errori non li commetterei. Penso però che ancora non sia tardi per migliorare e prendere le mie rivincite".

Bojinov prosegue ricordando persone speciali: "Miccoli? E’ stato lui a prendermi sotto braccio a Firenze. E’ sempre stato il mio compagno di stanza e ho vissuto momenti bellissimi con lui. Quando ci siamo rivisti dopo l’esperienza di Firenze, ci siamo salutati. Corvino? E’ stato lui a scoprirmi e a farmi crescere. Ha sempre cercato di farmi capire come ci si comporta, non solo in campo. Una volta mi fece togliere gli scaldamuscoli prima di una partita perché disse che non ne avevo bisogno… Non ti giudicava mai come giocatore ma per la vita quotidiana da atleta. Ha scoperto tanti talenti, sintomo che ci capisce tanto di calcio. Sono rimasto legato ai magazzinieri del Franchi e a Roberto Ripa. Con loro ho un rapporto scherzoso".

Capitolo Juventus: "Sognavo di andare lì. Ho avuto la possibilità di stare accanto a campioni del calibro di Pavel Nedved. Mi ha colpito molto la sua professionalità. Juventus e Fiorentina sono due realtà diverse, non si possono paragonare. La Fiorentina è tutto a Firenze, si parla sempre dei viola. Se guarderò Fiorentina-Juventus? No, perché giocherò anche io con la Ternana. Montella? Si vede che è un allenatore molto bravo. Mi fa piacere vedere che la Fiorentina lo sta facendo lavorare così come ha fatto con Prandelli. Con chi mi sarebbe piaciuto giocare tra gli attaccanti viola? Ho giocato con Cuadrado: è un fenomeno. Anche Muriel lo è. Mi dispiace moltissimo per quello che è successo a Giuseppe Rossi. Con lui al 100% la Fiorentina avrebbe molti più punti rispetto a quelli che ha adesso".

Giovinco a Firenze? Bojinov risponde così: "E’ un giocatore al quale serve la fiducia dell’ambiente. Così può fare la differenza. Credo che se la Fiorentina avesse la possibilità, dovrebbe assolutamente prenderlo. Essere diventato papà mi ha responsabilizzato. Tutti i miei pensieri sono per i miei due figli, sono loro al primo posto per me. Un gesto di cui vado orgoglioso? Il mio bacio in testa a Zeman dopo un gol alla Roma. La mia esultanza sotto la curva del Perugia? Non era una cosa studiata. L’ho fatto perché c’è tanta rivalità tra Terni e Perugia. Il mio sogno? Tornare in Serie A, mentre in futuro mi piacerebbe fare il direttore sportivo. Vorrei andare a scoprire giovani talenti perché ne vedo tanti a giro".

Federico Camilli

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