Terni diventa la città di adozione di Nicola Traini, la città dove il bomber deciderà di vivere la sua vita anche quando smetterà di giocare. Decisivo l'incontro con la donna che poi diventerà sua moglie. "Sì, l'anno che arrivai a Terni, era l'estate del 1972, conobbi Tullia; il nostro fu amore a prima vista – racconta Nicola – lei nel giro di qualche tempo diventerà mia moglie e la mamma di mia figlia, Vanessa. Terni, ormai, mi era entrata nel cuore, mi ero creato una famiglia anche se poi la società, eravamo retrocessi, decise di mandarmi in comproprietà, sempre in serie B, al Como di Pippo Marchioro". Sulle rive del lago Traini rinasce, disputa una grande stagione, e la la Ternana, che è tornata in serie A con Enzo Riccomini, decide di riportare il giocatore a casa, ma è di passaggio, solo per fare la preparazione gli dicono i dirigenti rossoverdi. In ritiro Traini dimostra di meritare invece la conferma: sgomita, fa gol, insomma, vuole restare a Terni a tutti i costi. "Feci un gran precampionato e Riccomini, il mister, decise di tenermi. Nel giro di qualche domenica divenni titolare e giocai sempre. I difensori più bravi che incontrai quell'anno? Sicuramente Rosato del Milan e Morini della Juventus, anche se rimasi colpito da Giacinto Facchetti, forte e corretto, e dall'intelligenza tattica di Capello". Traini diventa l'idolo dei tifosi e malgrado le cose non vadano bene lui dal campo esce sempre tra gli applausi.
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