Ternana, scade nel 2026 la certificazione del Liberati: cosa succede senza i lavori

Ternana, scade nel 2026 la certificazione del Liberati: cosa succede senza i lavori

Lo stadio "Libero Liberati" visto dall'alto - Foto Facebook

La vicenda del progetto integrato Stadio-Clinica rischia di avere conseguenze ben più pesanti di una semplice disputa legale. La battaglia tra Regione Umbria e Comune di Terni potrebbe infatti incidere direttamente sul destino del Libero Liberati, sull’iscrizione della Ternana Calcio al prossimo campionato e sulla gestione futura dell’impianto, la cui certificazione di idoneità statica scadrà nel settembre 2026.

Al momento, il certificato che consente allo stadio di ospitare eventi sportivi è valido fino al 24 settembre 2026. Entro quella data, il Comune dovrà presentare una nuova perizia tecnica che confermi la piena sicurezza strutturale dell’impianto. Ma l’attuale contenzioso rischia di rallentare tutto, aprendo scenari tutt’altro che rassicuranti per la società rossoverde.

Il nodo del ricorso e il rischio sospensiva

Come riportato da Tag24 Umbria, il ricorso presentato dalla Regione Umbria – con annessa richiesta di sospensiva – potrebbe bloccare l’efficacia degli atti che hanno dato il via alla convenzione definitiva per il progetto Stadio-Clinica. In altre parole, se il TAR dovesse sospendere tali provvedimenti, il Comune sarebbe costretto a occuparsi da solo del rinnovo dell’agibilità del vecchio Liberati, con costi elevati a carico del bilancio pubblico.

Una fonte interna a Palazzo Spada ha spiegato che “non far giocare la Ternana al Liberati è un’ipotesi che l’amministrazione non vuole neppure considerare”. Tuttavia, in caso di sospensiva e successivo appello al Consiglio di Stato, le tempistiche si allungherebbero notevolmente, costringendo il Comune a intervenire in autonomia per garantire la sicurezza dello stadio.

Scadenze, costi e possibili scenari

Dal punto di vista tecnico, l’amministrazione ha già affidato una nuova perizia a Sirio Engineering Group Italia e all’ingegnere Di Mattia, con l’obiettivo di completare il lavoro entro il 2025 e presentare la documentazione in tempo. Ma senza la cornice del progetto di ricostruzione, ogni intervento diventerebbe un rattoppo costoso su una struttura ormai obsoleta.

Il rischio concreto è quello di una riduzione della capienza, la chiusura di alcuni settori o addirittura la revoca dell’agibilità sportiva. Interventi che, di fatto, si tradurrebbero in un enorme spreco di risorse pubbliche su un impianto destinato comunque alla demolizione e alla riqualificazione.

Finora, proprio l’avvio del progetto Stadio-Clinica aveva permesso di rinviare gli interventi strutturali più onerosi. Ma ora, con il contenzioso aperto e l’incertezza sui tempi della giustizia amministrativa, il Comune di Terni rischia di dover scegliere tra due strade ugualmente complicate: spendere milioni per tenere in piedi il vecchio Liberati o attendere un verdetto che potrebbe arrivare troppo tardi.